Dopo settimane di discussioni, dopo il ricorso dell’Amministrazione Biden e dopo le ultime marce pro-choice davanti al Congresso, la tanto discussa legge sull’aborto del Texas è stata temporaneamente sospesa: la legge varata dal Governo Abbott (Repubblicano), come noto, vieta l’interruzione di gravidanza dopo le 6 settimane (e limita fortemente l’aborto in casi di stupro e incesto).



La suddetta legge è stata temporaneamente bloccata dal giudice federale Robert Pittman (nominato da Obama, ndr), rappresentando così una sorta di vittoria preliminare della Presidenza Biden e del Partito Democratico Usa, tutt’altro che concorde con l’impianto della legge anti-aborto del Texas: «impedisce illegalmente alle donne di esercitare il controllo sulla propria vita» e perciò si tratterebbe di una privazione «di un diritto importante». Con questa decisione del giudice distrettuale texano, nei atti, viene impedito a qualsiasi funzionare statale di far attuare la legge in vigore da inizio settembre 2021: non solo, il giudice intima l’adozione di misure destinate ad informare funzionari giudiziari e privati che decidessero di difendere la legge del fatto che questa è bloccata.



USA, SCONTRO TOTALE SULL’ABORTO

Quella del Texas è la legge anti-aborto più restrittiva di tutto il Paese che ha trovato il via libera della Corte Suprema, nonostante le pressioni dell’Amministrazioni Biden. Ora però, dopo le polemiche portate fino in Congresso da diverse deputate Dem, la decisione del giudice federale pone uno stop momentaneo alla messa in pratica della legge: «Ogni giorno che la S.B. 8 è in vigore, noi allontaniamo i pazienti in massa», ha spiegato alla corte Amy Hagstrom Miller, presidente di Whole Woman’s Health, una delle maggiori multinazionali pro-aborto. Si incrina così, in attesa del ricorso che Abbott ha già annunciato di voler presentare, il progetto dei pro-life di arrivare a minare la storica decisione ‘Roe v. Wade’ che aprì alla legalizzazione dell’aborto negli Usa nel garantire il diritto della donna all’aborto. Si vuole arrivare ad una maggiore tutela della vita del concepito, ma tale operazione viene vista dai pro-choice come un «attentato» alla vita e libertà della donna. Lo scontro è totale e il prossimo mese di dicembre si appresta ad essere un mese caldissimo sul tema: la Corte Suprema degli Stati Uniti ha infatti dato il via lo scorso 4 ottobre alle nuove sessioni autunnali, che proprio a dicembre includeranno l’ascolto delle argomentazioni (dei pro life ma anche che dei pro aborto) sulla legge limitativa dell’aborto dello Stato del Mississippi, comunque più ampia di quella ad oggi sospesa in Texas.

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