IL SENATO APPROVA LA NORME NEL DECRETO PNRR SUI CONSULTORI: COSA CAMBIA CON LA NUOVA LEGGE

Il Decreto PNRR è stato approvato dal Senato in via definitiva, con esso anche i vari emendamenti che hanno passato l’esame dell’Aula: tra questi, via libera alla piena applicazione della Legge 194 in materia di aborto con la norma presentata dal deputato FdI Lorenzo Malagola.  L’emendamento poi implementato dal Decreto prevede all’interno dell’organizzazione dei servizi dei consultori a livello regionale, la possibilità di avvalersi «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità». In termini pratici, le Regioni potranno avvalersi di volontari e varie sigle “pro-vita” per concedere piena informazione alle donne che si apprestano all’interruzione volontaria di gravidanza.



Dopo il via libera alla Camera, la norma è stata approvata anche nelle votazioni del Senato sul Decreto per l’attuazione Pnrr: le ondate di polemiche sollevate dalle opposizioni – su tutte Pd e AVS – e dalle sigle femministe pro/choice non sono bastate ad affossare la norma ora divenuta legge in attesa della firma finale del Presidente della Repubblica chiamato a promulgarla. È lo stesso relatore Malagola a difendere il suo emendamento rispondendo alle critiche di chi attacca il Governo per aver cercato di «limitare l’aborto in un decreto sul PNRR che poco o nulla c’entra»: il deputato di Fratelli d’Italia all’ANSA spiega che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con la Missione 6 «finanzia le Case della Comunità che sono una nuova struttura di erogazione dei servizi socio-sanitari assistenziali, e i consultori sono previsti dentro le Case della Comunità». Per questo motivo, conclude Malagola, si è voluto ribadire la necessità che le Regioni «applichino anche questa indicazione, già contenuta nella legge 194 del ’78. Insomma: noi vogliamo che la 194 venga applicata nella sua interezza. Non la vogliamo cambiare in alcun modo. Meno che mai stravolgerla o disattenderla, come invece le sinistre sostengono».



ABORTO, L’APPELLO DI PRO VITA & FAMIGLIA: “ORA SPETTA ALLE REGIONI, FAKE NEWS CHE ENTRINO “AUTOMATICAMENTE” PRO-LIFE NEI CONSULTORI”

A chi ha poi attaccato direttamente una delle sigle pro-life più importanti del Paese – la Pro Vita & Famiglia – è lo stesso ente no-profit a rispondere nel merito dopo l’approvazione in Senato della nuova legge collegata al Decreto PNRR: «Siamo soddisfatti del voto favorevole del Senato all’emendamento al Pnrr, che mira a riportare i consultori al loro vero e originario ruolo, quello pensato dall’inapplicata parte della legge 194, ovvero luoghi di aiuto, sostegno e alternative concrete all’aborto per le donne», si legge nel comunicato apparso sul sito di Pro Vita & Famiglia Onlus.



Tramite il portavoce Jacopo Coghe, l’associazione pro-life definisce come autentica «fake news ideologica» il sostenere che con questo emendamento si faranno entrare le associazioni pro-vita nei consultori: «Ora le Regioni si impegnino a non far rimanere lettera morta questa decisione, poiché ci sono migliaia di donne, rimaste isolate e in silenzio nel dibattito in corso, che aspettano tali aiuti». Come raccontano le testimonianze emerse in questi giorni su diverse testate cattoliche – da “Avvenire” alla stessa “Pro Vita & Famiglia” – non sempre le donne all’interno dei consultori nazionali si sono trovate accompagnate nella piena informazione e sostegno verso ciò che stavano per compiere: per questo, aggiunge Coghe, se solo queste donne «avessero avuto prima accesso ad aiuti e sostegni adeguati, anche psicologici, e se avessero ricevuto una corretta informazione, non avrebbero mai abortito». L’unico vero appello di Pro Vita è dunque che le Regioni ora possano applicare fino in fondo quanto scritto da anni nella Legge 194 sull’aborto: «l’unica e giusta strada da percorrere: informare le donne e dare loro alternative concrete all’aborto».