PROCURA DI LATINA: “NUOVE SEGNALAZIONI SU COOP SOUMAHORO”
Da un lato c’è il “caso mediatico” attorno ad Aboubakar Soumahoro che coinvolge di fatto l’intera sinistra, ma dall’altro non bisogna dimentica i “fatti” che accompagnano questa particolare vicenda che ha colpito in questi giorni il deputato (autosospesosi ieri) di Verdi-Sinistra. Le inchieste sulle coop di accoglienza migranti di proprietà della suocera Marie Therese Mukamitsindo e della moglie ufficialmente “nullatenente” Liliana Murekatete, si uniscono alle accuse lanciate da alcuni suoi ex dipendenti-soci nella Lega Braccianti, così come sotto il vaglio delle indagini vi sarebbero anche altri elementi che stanno emergendo con il passare dell’inchiesta della Procura di Latina.
«Le indagini sono in corso con riferimento a temi investigativi diversi e complessi che concernono, in generale, l’impiego dei fondi erogati, i rapporti con l’erario, i rapporti con i dipendenti, i soggetti coinvolti», fanno sapere in una nota i giudici inquirenti della Procura di Latina in merito alle novità emerse su organi di stampa per il “caso Soumahoro”. «Gli accertamenti provengono da notizie e comunicazioni pervenute da una pluralità di fonti, di natura pubblica e privata, e si articolano attraverso il dovuto rigoroso vaglio ed approfondimento di ogni notizia e comunicazione», conclude la magistratura che prosegue nelle indagini sulle due cooperative “Karibu” e “Consorzio Aid” di proprietà della suocera di Aboubakar Soumahoro. Come a dire, nelle prossime settimane potrebbero emergere ulteriori dettagli che potrebbero ingigantire il caso attorno alla famiglia del deputato che “imbarazza” la sinistra (non solo Bonelli e Fratoianni).
SCOOP REP: “5,5 MILIONI ALLA COOP DELLA MOGLIE DI SOUMAHORO SENZA GARA”
Tra le diverse segnalazioni annotate in questi giorni, “LaRepubblica” oggi esce con uno scoop che complica ulteriormente la posizione della famiglia di Aboubakar Soumahoro (che ieri in tv ha professato come unico errore la “leggerezza” nel non verificare le questioni legate alle coop di famiglia): «Cinque milioni e mezzo di euro in 18 anni e quasi tutti senza gara, andando avanti di proroga in proroga», questo avrebbero scoperto gli inquirenti secondo le fonti di “Rep” indagando sulla coop “Karibu” nel Comune di Sezze (Latina). Stessa dinamica anche nella vicina Roccagorga (4mila abitanti) dove anche in passato la cooperativa di famiglia Soumahoro aveva stretto legami per ospitare migranti: la Karibu è arrivata a gestire circa il 40% dei centri di accoglienza migranti nell’area pontina. Su quella cooperativa da tempo indaga la Procura di Latina per capire se le accuse giunte da migranti ed ex dipendenti – su fatture false, truffa, stipendi non pagati e anche maltrattamenti – siano reali oppure solo un tentativo di screditare l’immagine della stessa.
Secondo quanto trovato da “La Repubblica”, nella sede di Karibu a Sezze di recente i carabinieri hanno anche sequestrato numerosi documenti della cooperativa buttati nei cassonetti prima della dismissione della sede. «Ha vinto la prima gara per i progetti Sprar nel 2001. Da allora è poi andata avanti senza vincere altre gare, tra una proroga e l’altra. E attorno al 2015 ha ottenuto anche la gestione dei Cas. Un sistema andato avanti fino al 2019, quando è stato bandito nuovamente l’appalto e lo stesso è stato assegnato a un’altra coop», spiegano i colleghi di “Rep”. Gli affidamenti sono stati concessi dal Fondo Nazionale per le politiche e i servizi per l’asilo dei migranti, mentre il fatto di aver proseguito circa 18 anni senza gara è dovuto a semplice determina comunali. «Nel corso degli anni – spiega il sindaco civico di Sezze, Lidano Lucidi, a “Repubblica” – abbiamo avuto un’esplosione dell’immigrazione a Sezze. Quando io sono stato eletto, lo scorso anno, Karibu non operava più qui. Ci troviamo però ad essere il paese della provincia di Latina con il più alto tasso di immigrazione. Si è svuotato il centro storico e agli immigrati sono state affittate anche case che sono tuguri. Tanto che con i carabinieri stiamo facendo una lotta agli affitti in nero e ho emesso anche ordinanze di chiusura per case in cui mancava la vivibilità». Accuse molto forti a livello politico arrivano dalla Lega nel Lazio, in particolare Angelo Tripodi, capogruppo del Carroccio in Regione: «La coop Karibù ha avuto un legame forte con il Pd e i Comuni amministrati: dagli affidamenti con fondi pubblici, spesso senza una gara, alle proroghe puntuali a ridosso delle scadenze, dagli immobili affittati dai dipendenti pubblici alla coop, fino all’assunzione di un amministratore democratico nella società della suocera di Soumahoro. Accadeva a Roccagorga, ma il modus operandi, difeso con le unghie e con i denti dalla sinistra, si è diffuso a macchia di leopardo a suon di affidamenti e proroghe anche a Sezze e Priverno».