LA MOGLIE DI ABOUBAKAR SOUMAHORO E LE POLEMICHE SULLA “DISOCCUPAZIONE”
Il giorno dopo il video-sfogo di Aboubakar Soumahoro contro le indagini che coinvolgono la moglie e la suocera – per la gestione delle coop di inserimento lavoro dei migranti – la polemica politica oltre che giudiziaria non si placa. Se il deputato di Verdi e Sinistra Italiana lamenta una sorta di persecuzione nei suoi confronti per vicende che non lo vedono affatto coinvolto, le prime parole delle due donne di famiglia (la moglie 45enne Liliane Murekatete e la suocera Maria Therese Mukamitsindo, 68 anni) non fanno che confermare la buona fede dell’ex leader sindacalista anti-caporalato. Le critiche però restano, come viene evidenziato da “Libero Quotidiano” oggi a partire dall’attacco fatto dallo stesso Aboubakar Soumahoro ieri nel video social in lacrime: «Mia moglie attualmente è disoccupata, è iscritta all’Inps, non possiede allo stato attuale alcuna cooperativa. Perché non parlate con lei? Quando l’ho conosciuta, lavorava già nell’ambito dell’accoglienza. Parlate con mia suocera, chiedete a lei che è proprietaria della sua cooperativa, e io sarò il primo ad andare a lottare e a scioperare con i dipendenti e difendere i loro diritti. Voi avete paura delle mie idee». A “La Repubblica” è ancora il deputato di AVS a ribadire «Liliane non possiede nessuna cooperativa, non fa parte di nessun Cda e non è mai stata all’interno del Consorzio Aid. È vero che è stata una dipendente della Karibu, ma allo stato attuale è disoccupata».
Alla dichiarazione di Soumahoro replicano però oggi alcuni fatti che sono già all’esame degli inquirenti: secondo infatti le visure scaricate dalla Camera di Commercio di Frosinone e Latina, la storia sulla moglie di Aboubakar Soumahoro appare diversa. In primis, fino allo scorso 17 ottobre Liliane Murekatete risulta consigliera nel cda di “Karibu”, la coop sotto indagine per fatture false, stipendi non pagati e addirittura presunti maltrattamenti. Come illustra “Libero” avendo consultato la visura, la compagna di Soumahoro è stata nominata nel Cda il 9 marzo 2022, «ma la sua prima iscrizione nel registro della società risale addirittura all’8 maggio 2018, come conseguenza della «nomina alla carica di consigliere con atto del 3 aprile 2018». Fino al 21 giugno 2002 Liliane risulta inoltre socia amministratrice della Venere The Wedding planer s.n.c, società operante nell’organizzazione di convegni e fiere. Osservando poi l’attività social della Murekatete si scorge come tra abiti griffati, viaggi e frequentazioni di marchi di alta moda: intendiamoci, nulla che corrisponda ad alcun reato, viene però evidenziato come in “contrasto” con quanto riferito dal deputato Soumahoro nel tentativo di difendere la famiglia dalle polemiche mediatiche di questi giorni,.
CASO SOUMAHORO, LA SUOCERA: “VOGLIONO AFFOSSARE ABOUBAKAR, NON C’ENTRA”
In una duplice intervista a “La Repubblica”, la moglie di Aboubakar Soumahoro e la suocera raccontano tutta la loro contrarietà alle indagini aperte dalla magistratura sulle coop: «Tutto è stato speso per i rifugiati, a cui ho dedicato 21 dei miei 68 anni. Tutto è rendicontato e posso provarlo», spiega Maria Therese Mukamitsindo, attuale presidente della coop Karibu. La moglie di Soumahoro invece, Liliane Murekatete sottolinea come il compagno «non si è mai interessato alla coop, né al Consorzio Aid di cui fa parte Karibu. In famiglia non ne parliamo mai». In merito alle accuse ricevute da dipendenti/volontari delle cooperative con i migranti, le due donne della famiglia Soumahoro si difendono così: «Non abbiamo soldi da dargli perché lo Stato non ci paga in tempo […] Siamo andati in cassa integrazione, non ci dormivo la notte».
Ancora Liliane a “Rep” rispedisce al mittente le critiche che piovono in questi giorni dal Centrodestra e afferma «sono quattro anni che mia madre non ha stipendio, è un operaio dello Stato e nessuno la difende. Parlando di business dell’accoglienza si casca nella narrazione di Salvini e ci sta cascando anche la sinistra». Parlano sì di aver commesso errori e leggerezze in “buona fede” ma al contempo gridano alla presunta «manipolazione» da parte del sindacato nei confronti dei denuncianti le condizioni interne alle coop: infine, suocera e figlia convergono sui possibili motivi dietro alle indagini “mediatiche” di questi giorni, «Aboubakar, vogliono affossarlo. Un mese dopo il suo ingresso in Parlamento, e subito dopo essere andato a Catania per difendere lo sbarco dei migranti, scoppia questo scandalo».