Il saggista Roger Abravanel è stato ospite nella giornata di ieri del programma SkyTgEconomia su SkyTg24. Tanti gli argomenti affrontati dall’autorevole economista, a cominciare dalla ripresa dell’Italia post lockdown, più veloce rispetto a quella post crisi finanziaria: “Dopo 10 anni della crisi finanziaria del 2008-2009 non avevamo ancora recuperato il Pil rispetto agli altri, ora stiamo recuperando il Pil del 2019 dopo due anni e ciò è dovuto alla capacità di utilizzare una strategia di vaccini molto efficace, che ha ridotto il lockdown, ma è anche dovuto ad un contesto europeo che dieci anni fa non esisteva, i cordoni della borsa erano chiusi e ora c’è una grande generosità e il recovery plan. Detto questo è facile risalire quando si è scesi più degli altri. La vera domanda è cosa succede dopo: tornare ai livelli del 2019 significa ritornare ad un’economica ferma da 40 anni”.



Il governo punta a ridurre le tasse, ma ciò non basta secondo Roger Abravanel: “Ovviamente ridurre le tasse è positivo, dà stimolo al consumo, ma voglio ricordare che i problemi del reddito basso di chi lavora da noi non è solo un problema di reddito netto, ma anche di reddito lordo perchè da noi le retribuzioni sono bassissime: un nostro ingegnere guadagna meno di un ingegnere cinese perchè in Italia non ci sono i mestieri e professioni ad alto valore che vengono giustamente retribuiti”. Secondo il saggista è sbagliato il ‘focus’ del governo: “Continuiamo a spingere su piccole medie imprese ma quelli che creano questi hig value job sono le imprese grandi, che da noi non esistono più. Pensare che attraverso un taglio di tasse faccio crescere di più le grandi imprese è un ‘utopia del passato che piace ai politici in quanto le piccole imprese portano i voti. O usciamo una volta per tutte da questa logica e capiamo i problemi, oppure non cresceremo per 40 anni”.



ROGER ABRAVANEL: “QUELLA DEL GOVERNO UNA MANOVRA DI MANUTENZIONE”

Questa è una manovra di manutenzione – ha poi precisato Roger Abravanel – si cerca di risolvere qualche stupidaggine come Quota 100 o il reddito di cittadinanza: i problemi del paese non si risolvono con una manovra ma cercando di affrontare i nodi che non ci fanno partire: imprese che non crescono, la prima università in Italia e la numero 150 del mondo, e la nostra giustizia è inefficiente, questi sono i problemi del paese e non si risolvono con una manovra”.

Recentemente Roger Abravanel ha pubblicato un saggio in cui ha definito il Pnrr quasi come una droga: “Il piano è stato fatto benissimo, ma si tratta di investimenti pubblici non sono quelli che fanno crescere l’economia, ci vuole una politica industriale che crea innovazione e che trascini. Il pnrr spende in ricerca e sviluppo in tanti laboratori invece che scegliere i 3/4 atenei migliori. Noi abbiamo bisogno di una nuova elite, imprenditori che fanno crescere le aziende e assumono manager, l’Italia non è un paese di manager. Poi ci sono le magistrature che bloccano qualsiasi cosa, la magistratura italiana è la più autoreferenziale d’Europa”.