Il professor Sergio Abrignani, immunologo, docente della Statale di Milano e membro del Cts, il Comitato Tecnico Scientifico, ha messo in guardia in merito ai milioni di italiani che hanno fatto le prime due dosi, ma non ancora la terza. Abrignani dice a riguardo, intervistato oggi dal Corriere della Sera, che si tratta di un “errore”: «La seconda dose non basta – specifica – la terza dose va fatta, punto». Stando al noto docente, vi è una «netta presa di distanza» degli italiani dal richiamo anti covid: «Gli italiani ritengono superflua l’iniezione di rinforzo: all’appello ne mancano sulla carta circa 10 milioni. Il 20% di quelli che hanno completato il ciclo primario (due dosi) scansano il tris».
Ovviamente in queste dieci milioni di persone bisogna tenere conto di coloro che hanno fatto il covid dopo le prime due dosi, e che dovranno aspettare almeno quattro mesi, come da indicazioni sanitarie, prima di ricevere il vaccino, in ogni caso, il numero di “assenti all’appello” è troppo elevato. «Dal punto di vista immunologico l’infezione ha il valore di una terza dose – ha aggiunto Abrignani – ma non c’è nessuna controindicazione a sottoporsi nuovamente a vaccinazione, trascorsi 4 mesi dall’infezione. È una sicurezza in più».
ABRIGNANI: “IL BOOSTER EVITA AL 93% LA MALATTIA GRAVE DA OMICRON”
Ci sono poi altre persone che potrebbero essere «ancora in attesa del tempo giusto per fare il terzo vaccino, a 4 mesi dall’ultimo». Secondo Abrignani anche la guerra in Ucraina ha bloccato gli italiani dal ricevere la terza dose: «Altre persone ancora potrebbero essere state emotivamente colpite dalla guerra in Ucraina a tal punto da ritenere superfluo difendersi dal Covid, di fronte a un dramma immenso. Altri hanno pensato che l’emergenza pandemia fosse finita, ed è sbagliato. Il risultato è che un tot di italiani – 4, 5, 6 milioni? – non lo sappiamo, si sono fermati». Abrignani ricorda come saltare il booster sia un “rischio”, «perché ci evita nel 93% dei casi la malattia grave da Omicron e nel 65% dei casi l’infezione. Un’efficacia altissima, mentre dopo due dosi si è protetti solo al 73%».