Il professor e immunologo Sergio Abrignani è stato intervistato stamane dal Corriere della Sera per analizzare la situazione attuale covid. Nell’ultima settimana i contagi sono tornati a salire in maniera esponenziale sfondando quota 100mila casi giornalieri ma l’immunologo dell’università Statale di Milano invita comunque alla calma: «All’esplosione dei casi non corrisponde quella dei pazienti che hanno bisogno di rianimazione. Mi sento di affermare che non è un’emergenza. E’ una fase di passaggio, delicata, che richiede questo sì attenzione e altro impegno organizzativo. Osservo semplicemente – sottolinea – che le criticità sembrano confinate ai reparti di medicina dove arrivano malati di altre patologi che poi risultano positivi. Capisco che i medici abbiano seri timori per la tenuta dell’organizzazione. E’ importante però osservare che non c’è un’emergenza dovuta alla gravità delle infezioni».



In ogni caso Abrignani parla di situazione «Senza dubbio precipitata. Guardiamo i contagi settimanali, quelli sì eloquenti. Il 5 giugno ogni giorno si infettavano in media in 16mila, un mese dopo sono diventati 85.000. Fra le vittime però non si è vista la stessa impennata. Erano 54 il 5 giugno e 66 il 5 luglio. Relativamente stabili anche le terapie intensive, il cui tasso di occupazione è al di sotto ampiamente del livello di preoccupazione». L’immunologo ex Cts ricorda come le vittime siano per il 40 per cento non vaccinati o vaccinati con meno di tre dosi «e 8 volte su 10 non sarebbe finita così avessero ascoltato le raccomandazioni».



ABRIGNANI: “NUOVA ONDATA COVID, NESSUNA EMERGENZA”

Una situazione comunque non emergenziale dovuta principalmente a due fattori: «In parte alla minore aggressività della variante Omicron, in gran parte all’azione del vaccino utilissimo nel difenderci dalle forme gravi di Covid». Chiusura dedicata alla polemica per il concerto dei Maneksin in programma sabato prossimo a Caracalla e che potrebbe far esplodere dei pericolosi focolai di covid: «Riunire assieme migliaia di spettatori che urlano, cantano e ballano uno accanto all’altro – dice schietto Abrignani – è come invitare il virus a un banchetto».



«Sono occasioni ad altissimo rischio – ha continuato l’immunologo – quelle come il palio di Siena dove tanti epidemiologi si aspettavano proprio in questi giorni un aumento significativo di contagi. Mi sembrerebbe però vano raccomandare l’uso della mascherina. Già la indossano in pochi sulla metropolitana, ambiente chiuso e ristretto, figuriamoci all’aperto in un clima di sano divertimento».