Il professor Sergio Abrignani non crede ad una origine non naturale del Covid. «Sono molto scettico, non ci credo», taglia corto il membro del Comitato tecnico scientifico a “Uno Mattina”. Il commento riguarda la notizia dei tre virologi che si sarebbero ammalati di polmonite nel novembre 2019. «Sono un po’ sorpreso dalle coincidenze di date, perché Cina e Oms aveva parlato di primi casi forse a ottobre. Il fatto che a novembre ci fossero tre ricercatori che magari lavorando sul virus che stavano cercando di isolare si siano infettati non mi sorprende, quindi non penso al complotto», ha spiegato il professore di Patologia generale dell’Università di Milano. Peccato che il primo caso ufficiale risalga a dicembre e che la Cina ne abbia parlato solo il 24 gennaio 2020… Nonostante questa grande anomalia non ha dubbi sull’origine naturale del Covid: «In genere quando si crea un virus in laboratorio si tracciano delle tracce nella sequenza, ma non esistono».



Una tesi questa che è stata smentita da alcuni scienziati, secondo cui si può manipolare un virus senza lasciare tracce. «Non penso che sia un virus generato in laboratorio o uscito per qualche tentativo maldestro di generare qualcosa di diverso. Mi sembrerebbe strano, poi la scienza è la casa del dubbio. A me sembra altamente improbabile», ha concluso Abrignani.



“VACCINI IN VACANZA? PRIMA FINIRE OVER 60”

Sergio Abrignani ha parlato poi a “Uno Mattina” della campagna vaccinale. «Il commissario insiste per completare la vaccinazione degli over 60, perché bisogna proteggere quella fascia che è più suscettibile alla morte per Covid». Il professore a tal proposito ha spiegato che «ciò di cui siamo veramente stanchi sono i centinaia di morti ogni giorno». Poi ha bocciato l’idea della vaccinazione in vacanza: «Mi sembra molto complicata. Io non esperto di logistica, ma immaginare tre vaccini diversi in centinaia di siti di vacanza, con famiglie che stanno fuori per 10 giorni… Poi le persone possono anche organizzarsi alla luce della data che hanno per la seconda dose». Quindi, per Abrignani la priorità è vaccinare gli over 60 non il tema dei vaccini in vacanza. «Ne mancano ancora 4 milioni su 20 milioni. Una piccola quota saranno no vax, gli altri dobbiamo raggiungerli al più presto. Si è perso tempo all’inizio. Con questi ritardi abbiamo avuto qualche migliaia di morti in più», citando uno studio dell’Ispi. Riguardo gli scettici: «Bisogna capire che è un atto di egoismo ingiustificato. Chi non si vaccina e ha vita sociale rischia di infettarsi e infettare i fragili che veramente non possono vaccinarsi, inoltre rischiano di selezionare varianti». Per questo sostiene la necessità dell’obbligo vaccinale.

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