Il lockdown solo per i non vaccinati è una scelta da valutare per il professor Sergio Abrignani, membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) e ordinario di Immunologia all’Università Statale, nonché direttore dell’Istituto nazionale di genetica molecolare Invernizzi del Policlinico di Milano. «È una scelta radicale, ma molto importante. Bisogna capire che ci si vaccina anche per non infettare i luoghi di socialità e di lavoro. Il Green Pass è il mezzo che garantisce la sicurezza della nostra vita fuori casa», ha dichiarato nell’intervista rilasciata a La Stampa, in cui ha affrontato i nodi della campagna vaccinale. Ad esempio, ha le idee chiare su come uscire dall’emergenza: «La vaccinazione dei bambini è l’unica via per uscire dalla pandemia».
Mentre gli Stati Uniti hanno cominciato a vaccinarli, in Italia si potrebbe cominciare all’inizio del 2022. «Ma tutto dipende dall’autorizzazione dell’Ema che dovrebbe arrivare entro l’anno». Anche se il rischio di sviluppare una forma grave di Covid o di morte è basso per loro, vaccinarli per Abrignani è fondamentale per «contrastare il serbatoio principale del virus, oltre che per evitare i rari casi gravi che hanno portato a 42 morti di bambini da inizio pandemia».
ABRIGNANI SU TERZA (E QUARTA) DOSE
Sull’allargamento della terza dose a tutti invece Sergio Abrignani non si sbilancia. «Si vedrà cosa converrà fare in base ai dati disponibili e all’andamento del contagio». Così come non si sbilancia sull’eventualità di una quarta dose: «Non possiamo saperlo con sicurezza, ma la speranza è che succeda come con altre vaccinazioni, dove la terza dose dura più a lungo con una memoria di almeno 5-10 anni». Nell’intervista a La Stampa ha parlato anche del Green pass, spiegando che stabilire la durata di un anno dalla terza dose «sarebbe una decisione sensata sia per la durata dell’immunità sia per incentivare le persone a fare il richiamo, in particolare gli over 50 che sono a maggiore rischio di caduta degli anticorpi e di malattia grave». All’orizzonte comunque non ci sono modifiche del Green pass, ma Abrignani resta comunque cauto. «Anche questo dipenderà dai dati e dalla situazione pandemica». D’altra parte, sono scelte che spettano alla politica, come per l’obbligo vaccinale, su cui è favorevole.
I TIMORI DEI NON VACCINATI
Agli esitanti che temono l’effetto di lungo periodo dei vaccini, il professor Sergio Abrignani tramite La Stampa ha spiegato: «Dovrebbero passare anni per verificarli, ma in tutti i vaccini gli effetti collaterali sono immediati nel caso allergico e nelle prime settimane nel caso rarissimo delle trombosi. Non esiste un vaccino che abbia causato problemi nel lungo periodo». L’immunologo ha anche spiegato il motivo per il quale bisogna vaccinarsi anche se sono in arrivo farmaci anti Covid: «Gli anticorpi monoclonali curano il 40% degli ammalati e la nuova pillola sperimentale il 50. Meglio il vaccino, che non fa proprio ammalare». Per quanto riguarda invece i guariti che non si vaccinano: «Rischiano di riammalarsi e, soprattutto dopo i 50 anni, farebbero bene a fare due dosi». Ma Abrignani resta comunque fiducioso riguardo la situazione epidemica, ad esempio non teme il ritorno delle zone rosse: «Spero di no e con la copertura vaccinale crescente mi pare improbabile». D’altra parte, la pandemia Covid non è finita, anche se ora riguarda sopratutto chi rifiuta i vaccini, oltre che i Paesi svantaggiati.