«È giunto il momento dell’obbligo vaccinale»: a dirlo è il membro del Cts Sergio Abrignani, immunologo dell’Università di Milano, intervistato oggi da “Repubblica”. Mentre il Governo medita già nel prossimo Cdm il 5 gennaio il varo dell’obbligo di Super Green Pass (solo vaccinati e guariti Covid) al lavoro, la richiesta di parte della scienza (e pure dell’esecutivo) è quella di imporre l’obbligo vaccinale tout court con il nuovo anno.



«Se fossimo tutti vaccinati oggi avremmo 440 ricoverati in terapia intensiva invece di 1.200 e saremmo in zona bianca», sostiene Abrignani citando gli ultimi dati e monitoraggi sulla situazione della variante Omicron nel nostro Paese, con la rapidissima risalita dei contagi nelle ultime 2 settimane. Secondo l’esponente del Comitato Tecnico Scientifico, i casi gravi ad oggi si possono controllare con i vaccini: «l’epidemia di forme severe oggi riguarda i No Vax, il 10% del paese. Il 60-70% dei ricoveri in terapia intensiva è di persone non immunizzate e dalle terapie intensive dipendono sia i colori delle Regioni che la possibilità di curare malattie diverse dal Covid».



ABRIGNANI INVOCA L’OBBLIGO VACCINALE: ECCO COME

Secondo Abrignano, in poche parole, non è possibile che le scelte «irrazionali» del 10% della popolazione, «determinino la sorte del restante 90%. Se torneremo in zona arancione o peggio rossa, chi pagherà i danni?». Inevitabile la domanda di “Rep” sul perché è stato scelto allora di allentare la morsa sulle quarantene davanti all’esplosione di contagi: «Per non bloccare i servizi pubblici, l’economia e gli ospedali, il governo ha deciso di assumere qualche rischio in più abolendo la quarantena per i vaccinati. Allo stesso tempo però ha mitigato il rischio estendendo il Super Green Pass». Impossibile operare tutti i controlli per 600 mila italiani positivi in quarantena, figuriamoci per i circa 2 milioni di isolamenti dei “contatti”: «Ci vorrebbe una burocrazia mastodontica solo per il Covid. Dobbiamo basarci sulla fiducia», ammette l’immunologo del Cts. Con l’arrivo della variante Omicron, ma in realtà già con la Delta, il Covid incontra un contesto di massa prevalentemente immunizzata e vaccinata: «L’obbligo salverebbe il paese da ulteriori danni della pandemia e i No Vax dall’alto rischio di forme severe. Se non ora, non vedo quando. Non abbiamo più tempo per il convincimento». I ricoveri cresceranno nei prossimi 10 giorni ma per Abrignani un elemento “positivo” cui guardare è quanto avvenuto in Regno Unito: lì la variante Omicron è arrivata con 2 settimane d’anticipo rispetto all’Italia, i ricoveri e i decessi sono aumentati ma non con la letalità del 2-3% vista lo scorso anno, «Se nelle prossime settimane riusciremo a mantenerci tra 100 e 200 decessi al giorno nonostante i 100-200mila positivi, avremmo una letalità intorno all’uno per mille, un dato simile all’influenza».

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