L’immunologo Sergio Abrignani oltre ad essere a favore dell’obbligo vaccinale, è a favore anche della vaccinazione dei bambini. E lo fa basandosi su un principio molto semplice, ma al tempo stesso consolidato: «Per gestire la pandemia servono processi condivisi e accettati. Noi abbiamo accettato da decenni che i vaccini e i farmaci debbano essere approvati dalle agenzie regolatore, che certificano che siano efficaci e sicuri. Dobbiamo credergli, altrimenti tutto crolla». Il docente dell’Università Statale di Milano, nonché membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), ne ha parlato a L’Aria che tira, spiegando che «poi ci sono le raccomandazioni delle società scientifiche. Tutte quelle di pediatria hanno raccomandato la vaccinazione dei bambini. Queste sono le persone che ci danno linee guida su tutto, perché non crederci ora?».



D’altra parte, le istituzioni si sono spesso rivelate confuse nelle indicazioni fornite, come nel caso delle circolari sulle vaccinazioni per le donne incinte: «Ci sono stati messaggi discordanti, abbiamo vissuto un anno e mezzo di grande confusione. Non conoscevamo nulla di questa malattia e di quello che stava avvenendo. Ma tutte le società di ostetricia hanno raccomandato la vaccinazione a partire dal terzo mese, in quanto nei primi tre nelle donne over 35 c’è una percentuale di aborti spontanei».



ABRIGNANI SU TEST RAPIDI E COVID NEI BAMBINI

«Bastava seguire le indicazioni. Il Ministero della Salute ha detto che si può fare e quando la società di ginecologia e ostetricia si allineano, dobbiamo accettarlo», ha proseguito il professor Sergio Abrignani a L’Aria che tira. Per quanto riguarda, invece, i tamponi rapidi: «Hanno una ragione d’essere, che non è quella di autorizzare un no vax ad andare in giro. È utile quando non c’è tempo di fare il molecolare, ad esempio quando bisogna far entrare 100 persone in un’aula per fare un esame. Sapevamo che avevano una sensibilità del 60-70%, ma mitigavano il rischio, per questo sono stati accettati. Ma per il Green Pass è meglio il molecolare, ovviamente. L’antigenico ha senso solo per necessità di screening».



Invece sui trasporti pubblici, l’immunologo ha aggiunto: «Questo è un problema logistico. Se dipendesse da me, anche in quelli a breve percorrenza metterei l’obbligo del Green Pass. C’è il problema dei controlli, ma si può fare come per i biglietti». Sergio Abrignani ha ricordato che «il virus è cambiato», quindi è normale che cambino i provvedimenti. «Ci sta stupendo per la sua capacità di adattarsi, è molto più pericoloso dell’influenza». Infine, sui casi tra i bambini: «Il rischio per loro è inferiore, ma c’è sempre un vantaggio nella vaccinazione dal punto di vista di sanità pubblica. Visto che il vaccino è efficace e sicuro, andrebbero vaccinati».