“Ai bambini si fanno tantissimi vaccini a tre dosi, come tetano, pertosse e meningococco B. Le tre dosi sono la regola di quasi tutti i vaccini, se li facciamo a loro che sono la cosa più cara che abbiamo perché non dovrebbe valere per tutti?“. Così il professor Sergio Abrignani, medico immunologo dell’Università Statale di Milano e membro del Comitato Tecnico Scientifico, ha spiegato senza tanti giri di parole l’importanza di estendere a tutti la terza somministrazione del siero anti-Covid. Nel corso di un’intervista rilasciata all’Huffington post l’immunologo ha sottolineato la “normalità” della terza dose per i vaccini, ma nel caso del siero contro il Coronavirus qualcosa ha messo i bastoni tra le ruote all’approvazione.



Abrignani, spiegando la sua opinione sulla terza dose estesa a tutta la popolazione, ha ricordato: “La terza dose nei vaccini, nella maggior parte dei vaccini, a parte quelli a virus vivi attenuati che mimano l’infezione nell’uomo e quindi di solito necessitano di una sola dose, è la regola, non c’è niente di strano. Non è stata scelta subito nel caso del Covid perché non c’era tempo, perché altrimenti i vaccini non sarebbero arrivati a dicembre del 2020, ma a luglio del 2021. Questo perché avrebbero necessitato di prove cliniche fin dall’inizio con la schedula a 0, a 1 mese e poi a 6/8 mesi”.



Abrignani: “Terza dose presto a tutti, ora attenzione a chi non si è vaccinato”

Nel corso della lunga intervista rilasciata all’Huffington post, Sergio Abrignani ha sottolineato il ruolo cruciale che hanno svolto i vaccini contro il Covid-19: “Soltanto in Italia l’ISPI ha calcolato che da febbraio a luglio si sono risparmiati tra i 28 e i 30 mila morti con i vaccini. Si è fatto con due dosi per andare in fretta, ma la terza dose è prevista per tanti vaccini, quindi non c’è niente di sorprendente”. L’immunologo ha poi ricordato che l’Ema ha dato parere favorevole alla somministrazione della terza dose a tutti gli over 18: “Un parere formale che ci conferma che va bene fare la terza dose e i Paesi si stanno già organizzando in ordine sparso”.



Abrignani ha infatti ricordato: “Israele la sta facendo a tutti, la Gran Bretagna agli over 50, la Francia agli over 65. Noi in Italia per ora ci stiamo concentrando sull’arrivare a vaccinare tutti con due dosi. È probabile che anche in Italia ci accoderemo a quello che stanno facendo gli altri Paesi in Europa e in America e si arriverà ad estendere la somministrazione della terza dose a tutti. L’obiettivo è evitare la malattia grave e la morte.  Finiamo di vaccinare gli italiani con due dosi, in parallelo andiamo con terza dose ai fragili e ai più suscettibili, e poi è probabile che a logica si andrà a scendere, ma è una cosa su cui la comunità medico-scientifica internazionale sta discutendo”.

Abrignani: “Ecco come convincere 10 milioni di non vaccinati”

Tra i problemi più grandi della campagna vaccinale ci sono i circa 10 milioni di italiani che ancora non si è sottoposto alla somministrazione della prima dose del siero. Sergio Abrignani, membro del Comitato Tecnico Scientifico, ha ricordato: “Rimangono comunque 10 milioni di persone, di cui circa 3,3 milioni di over 50 che sono fra quelli più a rischio, che non hanno ricevuto neppure una dose. La stragrande maggioranza è fatta da esitanti e non da no vax convinti che non hanno dubbi, ma certezze senza alcuna base scientifica. Per fortuna sono una piccola percentuale. Bisogna convincere gli esitanti che hanno dubbi perché probabilmente tutti i Paesi, in Europa e nel mondo, sotto la spinta di vaccinare e di proteggere, hanno fatto errori di comunicazione”.

“Credo che ora però si convinceranno perché la situazione è più calma in Italia: giù ricoveri, ospedalizzazioni e morti. Le scuole dopo un mese dall’apertura non hanno creato un’impennata nazionale di casi, che anzi stanno diminuendo” ha sottolineato Abrignani. L’immunologo ha poi concluso: “Non ci saranno problemi di approvvigionamento di terze dosi. Si faranno principalmente con Pfizer e Moderna e poi non andranno fatti in una settimana. Se 50 milioni di persone sono state vaccinate in 6 mesi, si rispetteranno i distanziamenti e quindi ci vorranno altrettanti 6 mesi, con le somministrazioni scaglionate nel tempo”.