Sergio Abrignani ritiene che sia necessario tornare a somministrare i vaccini contro il Covid-19: “L’immunità va rialzata”, questo il suo parere espresso nel corso di una intervista a La Repubblica. La curva dei contagi, infatti, è tornata a salire a causa della elevata trasmissibilità di Omicron 5. “Non riusciremo a contenere l’epidemia, perché Omicron è troppo contagiosa per i vaccini attuali, ma potremmo ridurre il numero dei morti”, ha sottolineato.



È per questo motivo che l’immunologo dell’Università di Milano chieda che si ritorni a immunizzare soprattutto le categorie fragili che non hanno ricevuto di recente il vaccino. “Non è tardi. La quarta dose fa aumentare gli anticorpi in modo rapido: dopo 8 giorni sono già al massimo. Chi fa previsioni dice che l’ondata avrà il picco fra il 15 e il 30 luglio con 150mila casi. Poi però impiegherà tutto agosto per scendere. E due mesi è la protezione offerta dalla quarta dose. Fa rabbia sapere che la terza dose negli ultra 60enni e la quarta negli ultra 80enni avrebbero ridotto i decessi di un terzo”, ha detto. 



Abrignani: “Immunità Covid va rialzata”. Non soltanto per i fragili

L’immunità contro il Covid-19, tuttavia, non va rialzata soltanto nelle persone fragili secondo Sergio Abrignani. A ottobre, infatti, tutti dovranno fare un richiamo con il vaccino aggiornato per la variante Omicron. Ogni anno potrebbe accadere la stessa cosa. “Con un virus che non muta, come ad esempio l’epatite B, la memoria dura 5-10 anni. Con un virus che cambia spesso come l’influenza il vaccino va aggiornato ogni anno. Sars-Cov2 ha prodotto quattro varianti importanti in un anno, ma non sappiamo cosa farà in futuro”, ha detto a La Repubblica.



Il problema è che anche i nuovi vaccini, quelli aggiornati, non si basano su Omicron 5, bensì su Omicron 1. “Il vaccino aggiornato non è l’ideale, ma è meglio dell’attuale. Omicron 4 e 5, le sottovarianti in circolazione oggi, hanno mutazioni in più rispetto a Omicron 1, ma i test condotti sull’uomo dalle aziende produttrici hanno mostrato dati positivi. Dovrebbe aumentare la protezione dai contagi, anche se non sappiamo di quanto, e dovrebbe far salire la protezione dalla malattia grave dall’80% attuale all’85”, ha assicurato l’esperto.