Si dice assolutamente d’accordo l’immunologo Sergio Abrignani, componente del Cts, il Comitato tecnico scientifico, con la decisione di somministrate una seconda dose diversa da AstraZeneca dopo lo stop dello stesso siero agli under 60: «Sono soddisfatto dei suggerimenti del Cts, di cui faccio parte – le parole dello stesso professore rilasciate ai microfoni del Corriere della Sera – probabilmente eviteranno almeno una quindicina di trombosi da vaccino considerando che le dosi sarebbero andate a una decina di milioni di persone».
Tra l’altro Abrignani spiega come non sia la prima volta che si verifichi la cosiddetta vaccinazione eterologa: «È successo per i vaccini contro l’epatite B, il meningococco C e per l’antinfluenzale che ripetiamo ad ogni stagione, come fossero tanti richiami. Accade normalmente che il tipo di vaccino venga cambiato senza aver fatto studi registrativi di fase 3, sull’uomo, delle combinazioni ma solo per il singolo richiamo. Nel corso degli anni le tecnologie sono cambiate eppure abbiamo continuato a utilizzare il mix che funziona sul piano della copertura e della risposta anticorpale. Principi di base della vaccinologia». E per superare il timore che giustamente circola fra gli italiani, Abrignani ricorda come il mix di vaccini, sia già stato approvato «In Germania, Canada, Francia, Svezia, Spagna, Norvegia e Finlandia. Le evidenze di sicurezza ed efficacia sono state riaffermate da studi che riportano i dati raccolti su diverse centinaia di persone. Confermano quello che ci aspettavamo e cioè che il mix è piu potente a parità di sicurezza».
ABRIGNANI: “ASTRAZENECA NON VA CONDANNATO”
Il noto immunologo del Cts invita comunque a non condannare i vaccini a vettore virale, come appunto AstraZeneca ma anche Johnson & Johnson: «Non è giustificato condannarli, sono efficaci e sono serviti al Regno Unito per passare da 1.500 morti al giorno a poche unità. Prevengono del 70% le forme lievi di malattia (un po’ meno del 90% dei vaccini a Rna) e il 95-98% delle forme gravi, esattamente come Pfizer e Moderna».
Il cambio in corsa non è stato comunque influenzato dalla povera Camilla, la 18enne di Genova deceduta dopo trombosi a seguito del vaccino AstraZeneca: «No, già ne stavamo discutendo, non siamo stati condizionati da questa storia così dolorosa. Ora lo scenario epidemiologico è migliorato. Nelle ultime settimane siamo passati da 150-200 casi su 100 mila abitanti per settimana a 20-30 casi e quindi il rapporto rischio beneficio per fasce di età delle vaccinazioni con vaccini a base di vettori virali è cambiato».