Lo stato d’emergenza, che scadrà il prossimo 31 marzo, non dovrebbe essere prorogato. La notizia era già nell’aria da tempo e a confermarla è stato Sergio Abrignani, componente del Comitato Tecnico Scientifico. Ospite di “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio 1, l’immunologo ha dichiarato: “Non credo verrà prorogato lo stato d’emergenza e quindi si scioglierà anche il Cts”. Dal prossimo primo aprile potrebbe oltre essere abolito anche il Green Pass: “Sono scelte politiche, io dico che quando avremo terminato la campagna vaccinale potremo togliere tutto”.
Il Covid non è certo finito, ma la situazione lascia ben sperare. Secondo l’immunologo, non ci saranno a breve altre ondate: “Non credo dovremmo più vivere la situazione emergenziale che abbiamo vissuto in passato, almeno se rimane la variante Omicron. E non penso che possa arrivare a breve una variante più diffusiva di Omicron, è difficile ed è improbabile immaginarsela“. Proprio la variante Omicron, nonostante l’alto grado di contagiosità (più alto rispetto ad altre varianti) ha comunque una mortalità minore e dunque potrebbe portare verso la fine della pandemia, almeno secondo alcuni esperti. Per altri, invece, potrebbero arrivare nuove varianti dopo quella in atto da dicembre.
Abrignani: “Obbligo vaccinale fino a quando non finisce il Virus”
Secondo Abrignani, comunque, il virus non è prossimo alla fine. Dovremo imparare a convivere con il Sars-CoV-2, come stiamo facendo già da due anni. Secondo l’immunologo, l’obbligo di vaccinazione anti-Covid “avrà senso fin quando circolerà il virus, e ho l’impressione che durerà anni”. Secondo l’esperto, dunque, la parola ‘fine’ potrebbe essere messa nel 2024.
“Vorrei sottolineare che non si tratta solo del singolo, ma di tutta la comunità e dell’unica via per uscire dalla pandemia. Gli ultracinquantenni ad esempio sono 27 milioni, di cui quasi 2 milioni non vaccinati. Questi ultimi, un 7%, rappresentano il 70% di chi è in terapia intensiva. Non è solo un problema loro, ma degli ospedali e degli altri malati che non trovano posto. Dal punto di vista scientifico posso dire che la vaccinazione è uno strumento fondamentale. Poi io ero per l’obbligo quando non c’era, figuriamoci ora” ha proseguito l’immunologo nel corso di un’intervista a La Stampa.