La pandemia Covid non è finita e non bisogna accettare l’idea di avere ancora molti decessi, perché si rischia così di tornare alle restrizioni di un tempo. A lanciare l’allarme è il professor Sergio Abrignani, immunologo dell’università Statale di Milano, intervenuto a Un giorno da pecora su Rai Radio 1. «Stiamo accettando l’idea, di avere come per l’influenza, delle “brutte annate” in cui ci sono molti morti per qualche mese», ha segnalato l’ex membro del Comitato tecnico scientifico. Dunque, ravvisa un nuovo approccio riguardo la pandemia di coronavirus. Pare che ormai ci sia «un senso di accettazione, ma per evitare questo numero di morti bisognerebbe tornare ad attuare misure restrittive».



Abrignani ha fatto l’esempio dei numeri limitati nei locali e del distanziamento. La fine dell’emergenza non corarbrisponde alla fine della pandemia di Covid. «Se dovesse restare Omicron 2, non ci sarà» una nuova ondata in autunno, ma il «Covid non scomparirà mai, è impossibile». L’immunologo, dunque, consiglia ad esempio di continuare ad usare le mascherine.



“QUARTA DOSE PER SOGGETTI FRAGILI”

Per quanto riguarda, invece, la quarta dose di vaccino, il professor Sergio Abrignani ha chiarito la sua posizione: «La suggerirei fortemente per i soggetti fragili». Ne aveva parlato anche giorni fa a margine di un convegno a Palermo. «Si potrà parlare di vaccini per tutti, ma non certamente di quarta dose per tutti, perché è difficile che tutti la faremo. Mentre è probabile che già dal prossimo autunno ci sarà un nuovo vaccino simile ad un antinfluenzale». L’immunologo aveva parlato anche di vaccini specifici per varianti più dominanti, come lo è ora l’Omicron, contro cui i vaccini attuali, che sono basati sul ceppo del virus di due anni fa, hanno un’efficacia bassa. Riguardo l’importanza della campagna vaccinale, come riportato dall’Ansa, aveva aggiunto: «L’Istituto superiore di sanità ha stimato che sono state salvate da 100 a 150mila vite dal gennaio 2021. È drammatico che ancora oggi il 40% delle persone che muoiono ogni giorno, che sembrano poche, ma che ci sono almeno 1.700 morti al mese, potrebbero essere evitate».

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