I vaccinati contro il covid possono contagiarsi e contagiare altri, ma in base agli ultimi studi, sono decisamente molto meno infettivi rispetto a chi non ha ancora ricevuto il siero (qui uno studio Usa sull’argomento). “Il ciclo completo di vaccino Pfizer (due dosi) protegge all’88% da malattia grave/morte e tra il 65 e il 90% – sono le parole di Sergio Abrignani, professore di Patologia generale all’Università Statale di Milano, direttore dell’Istituto nazionale di genetica molecolare «Romeo ed Enrica Invernizzi», e membro del Comitato tecnico-scientifico, ai microfoni del Corriere della Sera – secondo gli ultimi dati inglesi, dal rischio di contagiarsi e quindi trasmettere l’infezione”.



Quindi Abrignani fa un esempio concreto: “Pensiamo a un ambiente chiuso con uno o più positivi: se i presenti sono tutti vaccinati se ne infettano nel peggiore dei casi 35 su 100, se non sono vaccinati la percentuale può salire al 100 per cento. La variante Delta ha un R0 stimato di 5-8 (i soggetti che può contagiare un positivo), il ceppo di Wuhan aveva un R0 di 2,5 e la variante Alfa è a 4-5”. Abrignani fa chiarezza anche sulla tesi dei No Vax secondo cui nei giovani gli effetti collaterali del vaccino superano i benefici: “No, è fondamentale che gli under 40 si vaccinino – ha spiegato – per vari motivi: proteggere sé stessi, i propri cari (soprattutto se fragili) ed evitare che il virus continui a circolare. Nell’ultimo mese l’età media dei nuovi contagi è 27 anni e il 24,8% dei casi ha riguardato la fascia 0-18 anni. Lasciare un’intera fetta di popolazione non vaccinata può portare allo sviluppo di nuove varianti”.



ABRIGNANI: “VACCINO UNICA ARMA CONTRO COVID, NON POSSIAMO CONFIDARE SU ALTRO”

Secondo Abrignani è fondamentale quindi che si vaccinino anche i più giovani: “In Italia i ragazzi tra i 12 e i 17 anni sono circa 3 milioni. Un bacino molto vasto per l’infezione. Inoltre i rischi legati a Covid nei bambini non sono pari a zero: in questo anno e mezzo i morti tra 0 e 19 anni sono stati 28, secondo dati dell’Iss. Con i vaccini possiamo evitare che se ne aggiungano altri”.

Quindi il professore della Statale di Milano ribadisce come il vaccino sia l’unica vera arma vincente contro la pandemia di covid: “Non possiamo confidare nella stagionalità o nell’esaurimento naturale dell’infezione. A livello globale abbiamo superato i 3 miliardi e mezzo di dosi somministrate contro Covid. Gli eventi avversi sono stati limitati, pensiamo alle trombosi rare collegate ai vaccini a vettore virale per le quali le Agenzie regolatorie hanno cambiato la destinazione per fasce di età. Quelli a mRna hanno mostrato un’efficacia e una sicurezza di altissimo livello e si sta studiando un loro possibile utilizzo anche nei bambini under 12”.