La ripresa del calcio in Italia sta per diventare una realtà: giovedì il Consiglio FIGC ha stabilito alcune delle questioni che erano ancora in sospeso, definendo per esempio la possibilità di utilizzare l’algoritmo in caso di stop definitivo e impossibilità di disputare i playoff e i playout, poi le promozioni in Serie B e Serie C e altro ancora. Tuttavia, la questione del calcio amatoriale è ben diversa: lontani dai riflettori e le attenzioni dei media anche i dilettanti vogliono riprendere a giocare e portare a termine la loro stagione. E’ il caso dell’Abruzzo, dove però il presidente della Regione Marco Marsilio si è inventato una ripartenza davvero bizzarra: nell’ordinanza numero 72 si parla appunto dell’attività del calcio amatoriale e alcune restrizioni sono curiose, suscitano parecchie perplessità e mettono in dubbio il fatto che si possa effettivamente giocare o meno.



ABRUZZO, FOLLE ORDINANZA SUL CALCIO AMATORIALE

Alcuni esempi: il tocco del pallone è consentito solo ed esclusivamente se chi lo maneggia è dotato di guanti: questo limita il campo al solo portiere a meno che i calciatori di movimento non indossino loro stessi i guanti, stesso discorso per l’arbitro che all’inizio della partita porta la sfera in campo, ma può comunque toccarla anche in altre fasi della gara (banalmente, al triplice fischio finale). Non è questa però la regola più strana dettata dal governatore Marsilio: in campo infatti non si potrà starnutire o sputare (ma viene specificato che la cosa è consentita se si è minuti di fazzoletto) e, ancora, sono vietati i contrasti per il recupero del pallone, le scivolate e le marcature a uomo. L’ordinanza è entrata in vigore ieri, e sarà valida fino al 31 luglio che è stato individuato come il giorno della fine emergenza da Coronavirus.



Dura la reazione di Massimo Oddo, che a Pescara ha allenato centrando anche una promozione in Serie A: “Non si possono fare le cose a metà, lo dico senza polemica. In questo modo e con queste prescrizioni diventa impossibile praticare uno sport di squadra, come il calcio”. Le perplessità del campione del mondo 2006 sono assolutamente legittime: lui dice che queste norme equivalgono ad un divieto di giocare, ed effettivamente ha ragione. Impossibile pensare ad una partita di calcio senza contrasti, senza l’agonismo del gesto tecnico che può essere una scivolata, vorrebbe dire prendere il pallone ed andare in porta senza alcuna opposizione e partite che finirebbero con un gol al minuto. Chissà allora che questa ordinanza abruzzese non possa essere in qualche modo rivista.

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