L’Huntercombe Hospital di Maidenhead, ospedale per la salute mentale per adolescenti che ha soli 59 posti letto, ha riportato più di 1.600 casi di abusi e molestie sessuali in quattro anni. A rivelarlo, come riportato da The Indipendent, è stato il Sistema Sanitario dell’Uk stesso, che si è occupato di registrare le denunce. In tutte le 209 unità del Paese, più della metà degli episodi (il 57%) si sono verificati proprio all’interno del reparto incriminato.
Delle segnalazioni erano state inviate fin dal 2019, ma il SSN non aveva finora intrapreso alcuna azione per impedire che i pazienti vulnerabili venissero inviati all’unità colpita dallo scandalo. Adesso sembrerebbe che il reparto di salute mentale dell’ospedale sia stato finalmente chiuso. I casi denunciati variano dall’utilizzo di un linguaggio sessualmente inappropriato a gravi aggressioni sessuali e stupri. Il fenomeno è “inquietante”, ha affermato Deborah Cohen, amministratore delegato dell’ente di beneficenza Inquest, che ha sostenuto molte famiglie durante le indagini in questione. “I bambini dovevano trovarsi in contesti terapeutici con cure e protezione adeguate. Si tratta del diritto umano a essere tenuti al sicuro. Ciò solleva interrogativi importanti”.
Abusi in ospedale per adolescenti: lo scandalo in Uk
Dopo la chiusura del reparto di salute mentale, gli adolescenti che sono stati vittime di abusi nell’ospedale degli orrori di Maidenhead, stanno iniziando a denunciare gli episodi in prima persona. Una delle pazienti, Nima Hunt, ha rinunciato al suo diritto all’anonimato per raccontare quello che le è accaduto. “Mi sono fatta avanti riguardo alla violenza sessuale che ho subito da un membro dello staff dell’ospedale nella speranza che i futuri pazienti fossero protetti. Sono preoccupata che il benessere dei pazienti sia ignorato a favore del profitto”, ha affermato a The Indipendent.
Le vittime potrebbero però essere molte di più di quante sono state realmente le denunce. “I predatori sono attratti da luoghi in cui possono avere potere sulle persone vulnerabili e non sorprende che troviamo una maggiore concentrazione di aggressioni nei reparti di salute mentale rispetto che nel più ampio NHS. Quella che stiamo vedendo è soltanto la punta dell’iceberg”, ha confermato Leanne Patrick, un’infermiera specializzata nella violenza di genere.