Anche oggi il programma di Rai Uno, Storie Italiane, si è soffermato sul caso degli abusi presso un maneggio della provincia di Milano nei confronti di cinque bambine piccolissime. Sul primo canale in collegamento la madre di una vittima, mentre in studio il presidente della FISE, la Federazione italiana sport equestri. “La prima denuncia è stata fatta a febbraio 2019 – prende la parola la mamma, chiamata con il nome di fantasia di Valeria – la mia denuncia è invece di novembre 2019. quest’uomo era un ragazzo che stava all’interno del maneggio, era un socio, aveva il cavallo lì. Lavorava anche all’interno del maneggio, le istruttrici gli davano dei compiti soprattutto durante il centro estivo avendo molti bambini iscritti, lo utilizzavano per seguire alcune bimbe nella gestione del loro pony”.



La donna ha proseguito: “I titolari sono stati chiamati dalla polizia per testimoniare a febbraio 2019 ma non hanno fatto nulla, hanno invitato i genitori di questa ragazzina ad andarsene sostenendo che la bimba avesse detto stupidaggini e che fosse un po’ leggera. Quando ho fatto la denuncia a novembre 2019 non sapevo nulla, non conoscevo questi genitori in quanto se ne erano andati dal maneggio; insieme a me hanno fatto denuncia i genitori di altre due bimbe, che avevano già parlato nei mesi precedenti con il presidente e la moglie, e che avevano sostenuto che le bimbe erano un po’ fantasiose, non erano da ascoltare, come è stato detto di mia figlia. Non so perchè questo soggetto non è mai stato allontanato”.



ABUSI SU MINORI AL MANEGGIO, LE PAROLE DEL PRESIDENTE DEL FISE

E’ quindi intervenuto il numero uno della FISE: “Credo sia corretto porgere le scuse alla signora – le parole del dottor Marco di Paola – anche se non c’è una responsabilità diretta della federazione. Ci è arrivata la denuncia il 6 gennaio alle 22:46 e a me è arrivata il 7 gennaio dopo di che l’ho girata alla Procura; il 9 la Procura del Coni scrive a quella di Milano per acquisire il fascicolo della vicenda. E’ stata chiesta l’audizione della ragazza ma l’avvocato ha detto di no perchè c’era un procedimento penale in corso”.



“Noi abbiamo continuato comunque il processo – ha continuato il numero uno della FISE – ed ha condannato la persona in primo e secondo grado per cinque anni allontanandolo dal mondo dello sport equestre e condannato anche il presidente del circolo per comportamento omissivo, sanzionandolo. Per sei mesi si è dovuto esimere dall’attività che faceva. La persona condannata ha invece una sospensione per cinque anni. E’ una vicenda che sarebbe potuta capitare ovunque, questo era un balordo ed è un problema la lentezza della giustizia penale”. La madre della vittima ha replicato: “Io ho parlato con i responsabili FISE della Lombardia e mi è stato detto che quando il soggetto era iscritto alle gare io non mi sarei dovuta presentare”. In studio c’è anche Gessica Notaro, da anni ‘testimonial’ di Fise, che si è rivolta alla madre così: “Mi viene la pelle d’oca per quanto ti sia accaduto, mi spiace moltissimo”. Storie Italiane ha raggiunto anche il titolare del maneggio in questione: “E’ un dolore anche per noi visto che in quel gruppo c’era mia figlia, la denuncia precedente non c’entrava nulla con la pedofilia. Non giustifico il ragazzo ma era con noi da 15 anni e non era mai successo oggettivamente nulla. La mia attenzione doveva essere maggiore, per l’amore di Dio va bene. Io ho collaborato, l’ho mandato via tre ore dopo e la mattina seguente ero a fare la denuncia”.