Papa Francesco ha ufficialmente chiesto scusa nella giornata di venerdì 1° aprile 2022 per il coinvolgimento della Chiesa cattolica in un sistema di collegi canadesi in cui sono stati compiuti abusi su bambini indigeni per un secolo. Una notizia che giunge in seguito alla scoperta – effettuata l’anno scorso – di tracce di tombe prive di nome e contenenti i resti di decine di minori. Il Pontefice ha dichiarato: “Provo vergogna e dolore per gli abusi deplorevoli. Chiedo perdono a Dio e mi unisco ai vescovi canadesi nel chiedere scusa”.
Bergoglio ha anche promesso che si recherà personalmente in Canada, dove potrà meglio mostrare la propria vicinanza come parte di un processo di guarigione e riconciliazione. Papa Francesco è intervenuto nel corso di un’udienza tenutasi al Palazzo Apostolico alla presenza di 62 delegati dei tre maggiori gruppi indigeni del Canada, recatisi in Vaticano per ottenere le sue scuse. Le frasi del vescovo capitolino sono state, di fatto, le prime scuse al popolo indigeno del Canada da parte di un Papa.
BAMBINI INDIGENI ABUSATI, PAPA FRANCESCO CHIEDE SCUSA A NOME DELLA CHIESA CATTOLICA
Come riporta il “New York Times”, dal 1880 al 1990 il governo canadese ha gestito un sistema di collegi obbligatori che la Commissione nazionale per la verità e la riconciliazione ha definito una forma di “genocidio culturale”. In particolare, la Chiesa cattolica ha gestito circa il 70% delle scuole appartenenti al sistema. Circa 150mila bambini indigeni furono separati dalle loro famiglie e trasferiti presso queste scuole residenziali, dove l’abuso, sia fisico che s*ssuale, era diffuso, insieme all’abbandono e alle malattie.
Nelle sessioni private all’inizio di questa settimana con i delegati Métis, Inuit e delle Prime Nazioni, Papa Francesco ha ascoltato le storie che gli sono state rappresentate. I delegati – tra cui sopravvissuti, leader, anziani, giovani e consiglieri spirituali di varie nazioni – hanno detto che il Pontefice ha prestato grande attenzione ai racconti e ha espresso il suo sincero dolore. Fred Kelly, un anziano degli Ojibway della Onigaming First Nation in Ontario, ha anche dato a Francesco un nome spirituale: “Gli ho detto che nella mia lingua ora è conosciuto come ‘piuma bianca’, per commemorare l’aquila che si è unita e ora vola con la colomba bianca. Le parole pace e armonia portano alle parole riconciliazione finale e guarigione, affinché possiamo essere di nuovo veri fratelli e sorelle, come è stato inteso dal creatore del Grande Spirito, Dio, come ognuno di noi capisce”.