Dopo quasi tre anni di indagini, il Tribunale di Taranto ha notificato la chiusura dell’inchiesta per i presunti abusi sessuali a bordo della fregata militare ‘Martinengo’ che ha puntato i riflettori su di un ex comandante – Roberto Carpinelli – e due sottufficiali di prima classe – Giovanni Napolano e Gianluca Longo -, tutti e tre rimossi dalla Marina dopo le prime accuse a loro carico. A muovere le indagini è la Pm tarantina Marzia Castiglia che ha mosso contro gli indagati l’ipotesi di reato di maltrattamenti e violenza sessuale, ma visto che tutti e tre avrebbero agito in qualità di militari mentre lavoravano sulla fregata Martinengo a loro carico verranno mosse anche diverse accuse ai sensi del codice militare (secondo Ansa per ‘violenza’ e ‘minaccia o ingiuria’ contro dei sottoposti). 



Per ora – ma la notizia è abbastanza fresca e possiamo immaginare che siano tutti e tre intenti a discutere le prossime mosse con i loro legali – non sono arrivati commenti da nessuno degli indagati; mentre non è chiaro neppure quando inizierà effettivamente il processo per gli abusi sessuali sulla fregata Martinengo e quante delle 13 presunte vittime si costituiranno parte civile e parteciperanno alle udienze.



Cosa è successo sulla fregata Martinengo: il racconto delle presunte vittime degli abusi sessuali

Come vi anticipavamo all’inizio, l’origine dei presunti abusi sessuali sulla fregata Martinengo è da far risalire a quasi tre anni fa, precisamente all’agosto del 2021 quando la nave capitanata da Carpinelli era impegnata in una missione anti-pirateria al largo del golfo Persico. Durante il lungo viaggio di 5 mesi almeno 13 persone tra ufficiali e membri dell’equipaggio avrebbero subito vessazioni, offese e anche abusi sessuali di ogni tipo: inizialmente solo da parte del capitano della fregata Martinengo e poi – per quello che la Corte oggi definisce come un tentativo di emulazione – anche dagli altri due sottufficiali; tanto che il clima (raccontano alcune delle persone che si trovavano a bordo, citate dal Corriere) era diventato “umiliante e degradante“.



Non sono emersi particolari dettagli sui presunti abusi, ma è certo – almeno stando al racconto delle vittime – che le attenzioni del trio si sarebbero concentrate in particolare su di un ragazzo 24enne e due ragazze 20enni, tanto che una a causa del disagio quotidianamente provato rassegnò le sue dimissioni dopo poche settimane a bordo della nave. L’ex comandante della fregata Martinengo – infine – è anche stato accusato di aver maltrattato quotidianamente le tre vittime designate, cercando di fargli rovesciare i vassoi con il cibo per i militari lanciandogli oggetti di vario tipo e mortificandoli con insulti e allusioni sessuali.