Prosegue il processo in Vaticano sul caso del Preseminario San Pio X che vede imputati Don Gabrielle Martinelli e l’ex rettore Don Enrico Radice: se per quest’ultimo grava l’accusa di aver intralciato le indagini, per il sacerdote Don Martinelli il capo di imputazione recita abusi ad un suo compagno quando ancora erano allievi minorenni (fatti avvenuti tra il 2007 e il 2012). Si tratta della decima udienza ormai per presunti abusi sessuali nel Preseminario “dei chierichetti del Papa”, istituto di orientamento vocazionale che è stato istituito nel 1956, per volontà di Papa Pio XII e del venerabile sacerdote don Giovanni Folci.



Tanto il 28enne prete quando l’ex rettore 71enne continuano a negare ogni addebito e accusa mossa nei loro confronti e i misteri permangono ancora in aula del Tribunale vaticano pur dopo aver sentito ben 5 testimoni nell’ultima udienza: come riporta Vatican News, ieri sono stati auscultati «Felice Gallo, ex gendarme e responsabile dei servizi di supporto nella Basilica Vaticana all’epoca dei fatti, avvenuti tra il 2006 e il 2012, e gli ex alunni del preseminario Andrea Garzola, M.B., Thomas Compagnoni e don Francesco Vicini, coetaneo di Martinelli, ordinato insieme a lui e dal 2017 vicerettore dell’Opera vaticana».



COSA HANNO DETTO I TESTIMONI IN AULA

Per quanto riguarda l’ex allievo Garzola, ha spiegato durante l’udienza di non ricordare alcune dichiarazioni già rese durante le indagini contraddicendosi in alcuni passaggi: la presunta vittima – L.G. – si dichiara parte civile nel processo e vede in Garzola un testimone chiave in quanto anche l’ex allievo ha raccontato di esser stato “toccato” in modo equivoco da Martinelli nel gennaio 2013 in un «gioco trasformato in litigio dopo la stizzita reazione». In merito alle contraddizioni che sarebbero emerse, l’ex allievo ha ammesso «Penso di aver voluto rimuovere molte cose». Sempre da Vatican News otteniamo informazioni riguardo il secondo teste intervenuto al Tribunale della Santa Sede: M.B. coetaneo e amico di L.G. racconta «le attenzioni sessuali di Martinelli su di lui e G.P. (un altro allievo, ndr), che nel suo caso sarebbero iniziate anche prima del mio arrivo al preseminario». In merito però al fatto di aver sentito entrare nella sua camera di notte Don Martinelli per molestare L.G., il secondo testimone ammette «No, ho il sonno pesante», ribattendo subito dopo «Mi resta difficile pensare che il mio amico mi abbia mentito per tre anni solo per rivalsa nei confronti di Martinelli». Il terzo testimone è Thomas Compagnoni che invece ha raccontato di aver ricevuto un invito convinto ed entusiasta dalla presunta vittima di abusi nel Preseminario San Pio X: «mi consigliò vivamente di andare a Roma. Mi ha così entusiasmato che su due piedi andai […] mi disse che aveva avuto una buona esperienza». Da ultimo, sentito l’attuale vicedirettore del San Pio X don Francesco Vicini, coetaneo di Martinelli: ha raccontato che per un anno ha condiviso la stanza con L.G., ma non ha mai assistito né sentito di episodi di abusi fino all’arrivo delle prime lettere anonime, nel luglio 2013. «Le accuse sono forse frutto della volontà di vendicarsi dei presunti torti subiti. L.G. aveva una grande gelosia per il ruolo di fiducia che il rettore aveva assegnato a Martinelli. Non capisco come L.G. sia potuto tornare ogni anno – ha concluso in aula, come riporta Vatican News – in un luogo nel quale sostiene ora di aver subito violenza». Prossima udienza fissata per il 7 giugno, ha annunciato il presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone.

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