Continua a far discutere l’abolizione del reato di abuso d’ufficio inserita nella riforma Nordio. Stiamo parlando dell’eliminazione della fattispecie prevista dall’art 323 c.p. Ciò che fin da subito è stato lamentato è il rischio di un indebolimento nella lotta alla corruzione. Ma se da un lato ha portato alcuni tribunali a sollevare questione di illegittimità costituzionale contro la stessa abolizione, per altro verso sembra essere stata presa ‘la palla al balzo’ per salvare tutti quei magistrati che si erano visti recapitare denunce da privati cittadini per abuso d’ufficio. Il CSM ha proceduto infatti di recente con una pioggia di archiviazioni.
Nulla da dire sulla condotta del Consiglio Superiore della Magistratura, che comunque non avrebbe potuto fare altrimenti alla luce dell’abolizione della figura di reato in esame. Ciò che balza all’occhio è però la velocità con cui il CSM, a 2 mesi dall’abrogazione, abbia archiviato i procedimenti penali per abuso d’ufficio in cui erano incappati diversi magistrati. Questo intervento tempestivo sembra più che altro stridere con il trend dei tribunali che vorrebbero far ripristinare il reato.
ABUSO D’UFFICIO: LA QUESTIONE DELL’ILLEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE
La questione di illegittimità costituzionale sollevata da molti tribunali è stata motivata ritenendo l’abrogazione dell’abuso d’ufficio in contrasto col diritto internazionale, e in particolare con gli obblighi che sono previsti nella c.d. Convenzione ONU di Merida contro la corruzione, risalente al 2003, la quale all’articolo 19 prevede l’obbligo in capo agli Stati firmatari di introdurre fattispecie penali che sanzionino l’abuso di potere commesso da pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni.
La Consulta, a questo punto, dovrà pronunciarsi circa l’ammissibilità o meno dell’illegittimità costituzionale. Dal canto suo intanto Nordio, interpellato sulla questione, si è dimostrato contrario ai ricorsi dei giudici a quo, dichiarando ironicamente: “Trovo singolare che si possa abrogare una legge che abroga un reato”. Nel frattempo le toghe beneficiano dell’abolizione dell’abuso d’ufficio in attesa di ulteriori sviluppi