Il nuovo anno per il ministro della Giustizia Carlo Nordio si aprirà con la prima delle sue riforme. A gennaio si inizierà con quella dei reati contro la pubblica amministrazione; quindi, abuso d’ufficio e traffico d’influenze. Questa è una riforma particolarmente attesa dai sindaci, ma utile anche per favorire i processi decisionali, in primis quelli connessi al Pnrr. Poi nei mesi successivi ci sarà un’altra stretta alle intercettazioni, secondo quanto riportato da la Stampa. Sulle colonne del quotidiano si parla di «idee radicali», precisando che se dipendesse da Nordio, li eliminerebbe entrambi. Ma così non andrà, perché i partiti di maggioranza non sono convinti; quindi, l’idea è di riscrivere l’abuso di ufficio. Per Nordio è un reato da circostanziare meglio, visto che per il Codice penale si configura tale reato ogni volta che un pubblico ufficiale produce un danno o un vantaggio patrimoniale contro la legge.



Per quanto riguarda invece il traffico d’influenze, per il quale c’è una richiesta dell’Ue, il ministro Carlo Nordio è costretto a mantenerlo, ma intende riformarlo, perché ne va della «paralisi amministrativa». Si fa lo stesso ragionamento precedente; dunque, Nordio intende delineare i confini tra lecito e illecito, rimodulare entrambi i reati per arrivare a «maggiore tassatività e maggiore specificità». Inoltre, Nordio vuole evitare che i sindaci vengano sospesi dal loro ruolo dopo la sentenza di primo grado, mentre per altre figura bisogna arrivare alla sentenza definitiva. Prevista poi una stretta sulle intercettazioni: c’è l’intenzione di limitare questo mezzo d’indagine e decidere anche di limitarne semplicemente la pubblicazione.



RIFORMA ABUSO D’UFFICIO E TRAFFICO D’INFLUENZE: ASSE CON RENZI

I sindaci, comunque, hanno chiesto al ministro della Giustizia Carlo Nordio di liberarli da un reato così vago come l’abuso d’ufficio. Peraltro, nel 2017 Enrico Costa, ora vicesegretario di Azione e responsabile giustizia del Terzo polo, che era ministro degli Affari regionali nel governo Renzi, chiamò proprio Nordio a capo di una commissione che doveva riscrivere tale reato. All’epoca, come riportato da la Stampa, Nordio sostenne che il reato non era riformabile in quanto «se ci fosse un passaggio di soldi allora sarebbe una corruzione, altrimenti non c’è niente». Lo stesso Costa era d’accordo, infatti continua a ritenere tale reato uno «strumento usato dall’opposizione per fare esposti temerari» per i quali vite politiche possono essere stroncate. Comunque, al ministero c’è il viceministro Francesco Paolo Sisto di Forza Italia, che si reputa il «massimo esperto» della materia, poiché da avvocato ha difeso almeno 300 amministratori locali. Infatti, nei giorni scorsi, aveva dichiarato che eliminare il reato è complesso, ma riformarlo è doveroso. «Si potrebbe eliminare l’abuso d’ufficio “di vantaggio”, la fattispecie più insidiosa per la contestazione».

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