Dal 4 al 10 novembre, l’orchestra sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è in tournée: il 4 alla Philharmonie di Parigi, il 5 alla Grosser Saal del Kultur-Casino di Berna, il 7 alla Victoria Hall di Ginevra, l’8 alla Tonhalle Maag di Zurigo, il 9 al KKL di Lucerna e il 10 al LAC di Lugano. È la prima delle quattro tournée della sinfonica dell’Accademia programmate questa stagione: le altre saranno rispettivamente dal 10 al 16 dicembre in varie città italiane, dal 20 al 28 gennaio in Germania e in fine aprile ad Atene. Come d’abitudine, i concerti portati in tournée fanno parte del programma della stagione e, prima della partenza, vengono eseguite, nella sala Santa Cecilia del Parco della Musica a Roma, nelle consuete tre serate d’abbonamento.
La prima tournée è imperniata su una coppia di eccezione: Antonio Pappano alla guida dell’orchestra sinfonica dell’Accademia e Martha Argerich come solista. Martha Argerich (argentina naturalizzata svizzera, classe 1941 e con oltre sessanta anni di attività concertistica) è da decenni una star internazionale. Con Pappano (direttore musicale dell’Accademia oltre che della Royal Opera House di Londra) costituisce un binomio vincente. In tournée in due dei sei concerti, il solista al piano sarà Francesco Piemontesi.
Ho ascoltato il concerto il primo novembre in una sala (3.000 posti) affollata in ogni ordine. Il concerto veniva trasmesso in diretta su Rai 3 e registrato per essere diffuso, in differita, tramite il canale televisivo Rai 5. Il programma è rigorosamente romantico, come piace al pubblico romano. L’introduzione è stata l’ouverture dell’opera Euryanthe di Carl Maria von Weber. A seguire il vero cavallo di battaglia di Martha Argerich, eseguito per la prima volta a Roma (pur se la pianista è ospite frequente dei concerti dell’Accademia): il Concerto n. 1 in mi bemolle maggiore per pianoforte ed orchestra di Franz Liszt. Dopo l’intervallo, la Sinfonia n. 2 in do maggiore op. 61 di Robert Schumann. Una curiosità nella prima esecuzione del concerto di Liszt (Weimar 1855), l’autore era al piano e l’orchestra era diretta da Hector Berlioz. Alla prima esecuzione della seconda sinfonia di Schumann (Lipsia, 1846), alla Gewandhaus la bacchetta era quella di Felix Mendelssohn Bartholdy.
Pappano ha diretto con vigore l’ouverture di Euryanthe marcando il primo movimento con molto fuoco al fine di sottolineare la differenza con i successivi, specialmente con il largo e l’assai moderato e di ricavarne atmosfera e colori romantici.
Il brano più atteso era comunque il Concerto n. 1 di Franz Liszt. La scrittura è mirata al raggiungimento del duplice obiettivo di esaltare le qualità del pianoforte e di integrarlo nella compagine orchestrale quando non si esibisce come solista; le cadenze, tutte molto brevi, sono in partitura e non lasciano che poca libertà d’interpretazione, ma richiedono estremo virtuosismo nel dialogo tra solista ed orchestra. Nell’allegro maestoso con cui inizia il brano, gli archi aprono perentoriamente esponendo il motto che viene completato dagli accordi dei fiati; entra il pianoforte con fulminee accelerazioni, ottave martellanti e arpeggi.
Un secondo tema, melodioso e nostalgico, coinvolge anche il clarinetto e i due violini. L’orchestra lascia ampi spazi per le ardite evoluzioni del solista. Chiude un evanescente pianissimo. Nel secondo, l’atmosfera è lirica, sognante, quasi da fiaba; frase introduttiva affidata agli archi, poi ripresa e sviluppata dal pianoforte in un’ampia melodia cantabile, ricca di fioriture e ornamentazioni. Nel terzo, dà l’avvio un tema scherzoso punteggiato dagli interventi beffardi del triangolo e dai trilli degli strumentini. Un breve accenno alla melodia precedente, poi il motto iniziale viene ripreso dal pianoforte nel registro basso e riproposto all’orchestra per una magnifica dilatazione.
Nel quarto, infine, si è alle prese con una marcia briosa, leggera, resa festante dalla presenza dei trilli, poi interrotta dal motto iniziale. Riprende la danza brillante e la corsa frenetica sulla tastiera; opportunamente variati, si ripresentano i temi precedenti prima di giungere all’energica conclusione. Perfetto il dialogo tra Martha Argerich, che ha mostrato virtuosismo ed energia sulla tastiera, e l’orchestra diretta da Antonio Pappano. Dopo venti intensi minuti, il pubblico è esploso in ovazioni e richieste di bis. A cui la Argerich ha risposto con un dolce e delicato Notturno di Liszt.
La Seconda Sinfonia di Schumann è notissima e spesso nei programmi dei concerti dell’Accademia. Da rimarcare come Pappano ha enfatizzato il differente colore tra l’adagio espressivo e l’allegro molto vivace. Grande successo.