LA MISSIONARIETÀ E L’ACCORDO CINA-VATICANO: PARLA IL RETTORE DEL SEMINARIO PIME
Da missionario per anni del Pime, padre Luigi Bonalumi ha vissuto la cristianità nelle terre dove è difficile anche solo affermare di essere religiosi e oggi, davanti alla prossima decisione del possibile rinnovo sull’accordo Cina-Vaticano è lui in primis a sottolineare le diverse parti controverse di tale partnership. Intervistato da “La Verità”, l’attuale rettore del seminario teologico del Pontificio Istituto Missioni Estere a Monza racconta da vicino la testimonianza sulla chiesa dopo aver passato 25 anni tra Hong Kong e la Cina comunista: «è un accordo controverso quello tra Pechino e Santa Sede», ammette padre Bonalumi, «Certamente si sperava che grazie a questo accordo ci potessero essere risultati migliori e questo, risultati alla mano, non è stato possibile».
La vera domanda da porsi, rileva il rettore, è se a questo punto giunto il momento di “gettare la spugna” oppure se non occorra comunque tenere aperto un canale di dialogo pur con tutte le difficoltà presenti a livello ideologico, lato Cina: «C’erano tante speranze all’inizio, ci sono molte sedi episcopali vacanti in Cina, ma ora sembra che tutto sia un po’ fermo. Rimane, comunque, una chiesa vivace quella cinese, soprattutto grazie alle donne e ai giovani». Padre Bonalumi non si dà per vinto come del resto insegna la sua stessa storia di missionario per il Pime in giro per il mondo, dall’Asia fino alla prosa visita in Cina: «la nostra vocazione è quella di annunciare il Vangelo in ambienti e culture che ancora non l’hanno ricevuto. Noi amiamo definire il nostro carisma missionario con quattro caratteristiche principali». In primis, spiega il rettore del seminario Pime, la missione è “ad gentes”, ovvero un’azione rivolta a persone non cristiane; “ad extra”, ovvero fuori dalla propria cultura, lingua e nazione; “ad vitam”, la missione non dura solamente qualche anno, ma tutta la vita; e “in unum”, ovvero si lavora come comunità e non come singolo, in comunione profonda con la chiesa locale».
PADRE BONALUMI (PIME): “SULLA FIDUCIA SUPPLICANS FACCIAMO INCONTRO FORMATIVO DOPO LA CONFUSIONE SCATENATA…”
Il rettore del Pime racconta come la vita in seminario spesso non sia affatto semplice con i giovani che si ritrovano con forti pregiudizi e difficoltà con le altre culture diverse dalla propria: «occorre acquisire una libertà interiore sufficiente in modo che il rapporto formatori-studenti sia davvero abitato dalla presenza dello Spirito Santo». Non solo, per padre Luigi Bonalumi senza la passione per Gesù non vi può essere una autentica missionarietà con il Pime: «c’è tutto un lavoro di consolidamento vocazionale da compiere: un giovane deve avere la passione per Cristo, cioè di comunicare il suo Vangelo: senza questo afflato manca del tutto qualsiasi slancio missionario».
In merito alle decisioni poi prese dalla Chiesa centrale, non da ultimo il documento “Fiducia Supplicans” sulla benedizione delle persone e coppie gay, il rettore del seminario non nasconde le difficoltà e perplessità che i giovani studenti provano davanti a mosse non del tutto comprese: se infatti la benedizione personale è sempre ben voluta e ben vista e non allontana di un frammento dalla dottrina, sull’apertura per le coppie omosessuali il “riverbero” c’è. «I giovani leggono cosa dicono le chiese d’origine», come è avvenuto per l’Africa dove le conferenze episcopali si sono mostrate molto scettiche sull’apertura della “Fiducia Supplicans”. Il prossimo 5 febbraio il seminario del Pime ha organizzato un incontro formativo per provare a mettere a punto la tematica in discussione: «A me sono capitati dei giovani omosessuali, mentre ero a Hong Kong, che cercavano sostegno e accoglienza, e dicevo loro: non posso approvare la tua unione, non posso dire che va tutto bene, ma ciò non significa che ci sia disistima, o non puoi più pregare con noi o partecipare alle attività della comunità». La semplice benedizione alla persona non è mai stata negata, sottolinea infine il rettore del seminario ma questo non toglie le molte perplessità che i giovani studenti trovano in merito al documento del Vaticano: «Su internet vedono e leggono le posizioni estreme riguardo a queste benedizioni, da una parte e dall’altra, e restano perplessi. Ecco il motivo per cui abbiamo pensato ad un incontro formativo sul tema», conclude padre Bonalumi a “La Verità”.