L’Unione Europea ha dichiarato di essere al lavoro per preparare la risposta da dare all’Iran circa la bozza finale sul rilancio dell’accordo nucleare del 2015 con le principali potenze, presentata durante i colloqui di Vienna. Come riporta “Insider Paper”, la possibilità di un accordo che potrebbe condurre all’abolizione delle sanzioni statunitensi sulla produzione petrolifera iraniana di 2,5 milioni di barili al giorno ha già contribuito a innescare un calo dei prezzi sui mercati mondiali. Un portavoce di Borrell ha dichiarato che la risposta iraniana è stata ricevuta lunedì in tarda serata: “La stiamo studiando e ci stiamo consultando con gli altri partecipanti al JCPOA e con gli Stati Uniti sulla strada da seguire”.
L’agenzia di stampa ufficiale iraniana IRNA ha detto martedì che “un accordo sarà concluso se gli Stati Uniti reagiranno con realismo e flessibilità”: ergo, l’Iran può limitare il programma nucleare in cambio di una riduzione delle sanzioni. Un diplomatico iraniano che ha chiesto di mantenere l’anonimato ha detto all’IRNA che “le proposte dell’Unione Europea sono accettabili, a condizione che forniscano garanzie all’Iran su vari punti, relativi alle sanzioni e alle salvaguardie e alle questioni in sospeso con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica”.
ACCORDO NUCLEARE CON L’IRAN, RIPRESI I COLLOQUI A INIZIO AGOSTO
Gran Bretagna, Cina, Francia, Germania e Russia, oltre agli Stati Uniti indirettamente, hanno ripreso i colloqui sull’accordo nucleare con l’Iran all’inizio di agosto dopo una pausa di alcuni mesi (si erano arenati a marzo, ndr). Ancora “Insider Paper” ricorda che “martedì scorso l’UE ha dichiarato di aspettarsi che Teheran e Washington rispondessero molto rapidamente al testo finale volto a salvare l’accordo”.
Il Ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha dichiarato che “ciò che conta per noi è la verifica dell’effettiva revoca delle sanzioni”, mentre il portavoce del Dipartimento di Stato americano ha detto che spetta all’Iran fare un accordo finale sul nucleare: “Noi riteniamo che ciò che poteva essere negoziato sia stato negoziato e siamo pronti a influenzare un ritorno reciproco alla conformità con il JCPOA”.