Dall’Iran risposta “non costruttiva” all’accordo nucleare con USA
Arriva in queste ore, dalle parole del portavoce del Dipartimento di Stato americano Vedant Patel, notizia che l’Iran avrebbe dato una risposta non “costruttiva” ai tentativi di rilancio dell’accordo nucleare. Era, infatti, il 2018 quando l’allora Presidente americano Donald Trump si era ritirato unilateralmente dal patto stipulato nel 2015 dal Presidente Barack Obama. Era ormai da un po’ di tempo che l’Unione Europea si era fatta mediatrice per trovare un nuovo punto di incontro tra Iran e USA e tutto sembrava, fino ad oggi, praticamente pronto per la firma.
Eppure, a quanto si apprende, l’Iran avrebbe fornito una risposta poco costruttiva al rilancio dell’accordo nucleare, ed ora non è chiaro se e come si procederà per revisionare ulteriormente il testo. La bozza definitiva dell’Unione Europe era stata presentata ad inizio agosto, mentre dopo circa una settimana Teheran aveva presentato la sua risposta, con proposte e controproposte affinché l’accordo venisse siglato con il parere positivo di tutte le parti in gioco. Infatti, l’accordo nucleare include, oltre a Stati Uniti ed Iran, anche tutte le forze permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, ovvero Regno Unito, Cina, Francia, Germania e Russia.
L’Iran e l’accordo nucleare: di cosa si tratta?
Il rilancio dell’accordo nucleare proposto ad Iran e Stati Uniti dall’Unione Europea di cui tanto si parla in questa giornata, nasconde in realtà mesi e mesi di contrattazione. La bozza era stata presentata dall’Unione ad inizio agosto, dopo 15 mesi di trattative tra i maggiori leader globali che fanno parte dell’Onu. Il trattato originale risaliva al 2015, in seguito ai grandi sforzi dell’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama. In quella situazione, si era deciso per un alleggerimento delle sanzioni internazionali nei confronti di Teheran, nel caso avesse ridotto il suo programma nucleare.
Poi, nel 2018, Donald Trump si era ritirato dall’accordo nucleare, creando un po’ di scompiglio a livello internazionale, soprattutto nell’opinione dell’Iran nei confronti degli Stati Uniti. Per questo sono stati necessari 15 mesi di trattative, con entrambe le parti in gioco che tentavano di far scendere a compromessi la controparte. L’Europa, in questo clima, si era fatta mediatrice tra le due nazioni, cercando di proporre il suo testo. Eppure, già in fase di presentazione del testo revisionato dell’accordo nucleare, il governo di Teheran aveva espresso diffidenza verso l’Ue, sottolineando come, in quanto mediatore dell’accordo, non avesse l’autorità per proporre un testo finale. A metà luglio, invece, il Presidente Joe Biden, in seguito ad una visita ad Israele, aveva ribadito con forza come “l’Iran non può avere armi nucleari”, dicendosi anche pronto ad usare la forza “come ultima risorsa”, accentuando un clima di tensione che da anni le due nazioni si portano dietro e che potrebbe essere culminato proprio con il rifiuto da parte dell’Iran della revisione all’accordo nucleare.