Nuovo strappo tra Stato e Regioni alla vigilia della ripartenza per il secondo step della Fase 2. Stavolta è Vincenzo De Luca ad aprire il fronte. Il governatore della Regione Campania ha annunciato di non aver firmato l’accordo raggiunto stanotte. «La Campania non è d’accordo e non ha sottoscritto l’intesa Stato-Regioni che alcuni media presentano come condivisa all’unanimità». Così il presidente campano ha smentito quanto emerso nelle ultime ore. Lo ha fatto parlato a “Mezz’ora in più” su Rai3. «Su alcune norme di sicurezza generale deve pronunciarsi il ministero della Salute, non è possibile che il Governo scarichi opportunisticamente tutte le decisioni sulle Regioni. Non è accettabile», ha proseguito De Luca. Peraltro nel testo finale delle “Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche e Produttive” ha preso una direzione differente riguardo la questione delle distanze: «La Regione Campania ritiene che la distanza di un metro vada calcolata dal tavolo», recita una nota a margine della scheda sulla ristorazione. Ora però l’annuncio della mancata firma all’accordo Stato-Regioni. (agg. di Silvana Palazzo)



“RISSA” CON CONTE NELLA NOTTE, POI L’ACCORDO

Una notte di ordinaria follia: ecco quello che è avvenuto poche ore fa in merito al nuovo Dpcm attuativo del Decreto Legge sulle riaperture 18 maggio. Qui sotto trovate il report esatto di quanto successo, con l’accordo finale che potrà finalmente portare il Dpcm alla pubblicazione e le Regioni nella possibilità di emanare le rispettive ordinanze visto che il 18 maggio arriva domani mattina. L’ok Stato-Regioni però ha portato in evidenza ancora una volta una frattura fortissima tra lo Stato centrale e i territori, tutti non solo quelli governati dal Centrodestra: «Noi rispetteremo le regole che ci siamo dati, in armonia con quelle nazionali. È stata fatta una valutazione attenta, la condivisione è garanzia di rispettare i principi di sicurezza che non vanno dimenticati per un minuto», così ha spiegato il Governatore della Lombardia Fontana nell’intervista di questa mattina al Giorno, non dopo aver manifestato la stizza sui social stanotte per le modifiche apportate in un primo momento dal Governo sul Dpcm Conte.



«Ore 3 e 20 del mattino. Finito ora il confronto tra Regioni e Governo sul Decreto che dovrà riaprire l’Italia a partire da lunedì. Nell’accordo le linee guida delle Regioni saranno recepite nel Decreto, in modo da dare sicurezza a tutti gli operatori economici con regole certe e applicabili. Al Paese serve semplicità e chiarezza», ha invece scritto su Facebook il n.1 della Liguria Giovanni Toti al termine della video-conferenza. (agg. di Niccolò Magnani)

RISSA SUL DPCM, POI IL VIA LIBERA

E’ stato trovato nella notte l’accordo fra lo stato e le regioni sul Dpcm per le nuove riaperture, ma si è rischiato il caos. Dopo l’intesa raggiunta fra le varie parti in gioco nella serata di venerdì, nella notte appena passata, quella fra sabato 16 e domenica 17 maggio, i vari presidenti regionali si sono riuniti e hanno incontro il premier Giuseppe Conte e Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali. I primi erano di fatto “insorti”, in quanto a loro modo di vedere, il Dpcm potenziava quelle che erano le linee guide stilate dalle regioni, le stesse delle varie categorie che da domani riapriranno. Alle ore 3:30 è stata trovata la quadra, e il governo ha deciso di allegare al testo del Dpcm proprio le linee guide regionali, cosi come richiesto dai vari governatori. “Lavoro intenso e molto utile – il commento di Boccia all’accordo, parole riportate da Repubblica – per far ripartire l’Italia in sicurezza. Le richieste delle Regioni erano legittime, la soluzione è stata raggiunta nell’interesse del Paese”.



ACCORDO STATO-REGIONI, BOCCIA: “LEALE COLLABORAZIONE”

“L’accordo che riprende le linee guida delle Regioni per le ordinanze – ha proseguito e concluso il ministro – sancisce ancora una volta la leale collaborazione tra Regioni e Governo. Ringrazio i presidenti per aver sempre ricercato una soluzione nell’interesse del Paese. Ogni nuovo passo è fatto su un terreno nuovo per tutti e spesso serve un’assunzione ulteriore di responsabilità”. Sulla vicenda si è espresso anche Stefano Bonaccini, numero uno della regione Emilia Romagna nonché presidente della Conferenza delle Regioni: “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare regole certe alle attività che da lunedì potranno riaprire e sicurezza a lavoratori e cittadini. Il Governo si è impegnato a richiamare nel testo le linee guida elaborate e proposte dalla Conferenza delle Regioni quale riferimento certo e principale da cui far discendere i protocolli regionali. Ciò assicurerà, peraltro, omogeneità e certezza delle norme in tutto il Paese”. In precedenza era “insorto” Toti, presidente della Liguria, che aveva sottolineato senza troppi giri di parole come il Dpcm fosse stato “depotenziato dai vari comitati tecnico scientifici. E se non c’è chiarezza di regole o peggio regole assurde si creerà il caos normativo che non consentirà a nessuno di aprire”.