Il patto tra donne che lega Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni è arrivato al suo punto critico. Le promesse che si sono fatte prima delle elezioni troveranno nelle prossime ore il loro vero punto di caduta. L’Italia non ha mai toccato palla sui “top jobs”, i vertici delle istituzioni comunitarie, un affare tra Francia e Germania, ed ora le verrà proposto un ruolo in Commissione. Ma quale?
La Meloni vuole un suo uomo che sappia di conti. Le serve una copertura sul fronte della spesa che dia sostegno alle casse statali. Non poteva ambire ad altro vista la sua collocazione al di fuori della maggioranza, ma il suo gruppo voterà la von der Leyen senza dubbi se il patto verrà rispettato. Un gesto politico che darà alla presidente della Commissione ulteriore legittimazione oltre la maggioranza politica che la esprime, in cambio di un dialogo diretto con la presidente del Consiglio italiana.
A nessuna delle due interessava altro, dopo un voto che non ha stravolto la Ue e ha rimesso in sella popolari e socialisti. Questi ultimi non hanno voluto Letta in un ruolo di primo piano, per ora, ed il Pd si appresta ad incassare con ogni probabilità la presidenza nel Parlamento europeo del gruppo socialista. Un ruolo politico rilevante, che apre un filo diretto con la Commissione tutta e con i gangli politici in Europa che sorvegliano il nostro Paese.
Alla fine, quindi, il patto nazionale Letta-Meloni si è rivelato impossibile. Ogni famiglia è andata per sé ed oggi siamo in Europa in posizione davvero scomoda. Con un Governo che ha come propria dote in Europa il rapporto personale tra le due donne che guidano lo Stato e l’Unione ed i gruppi nazionali di popolari e socialisti che non esprimono nessuna personalità di primo piano nella Commissione. Se dovesse riattivarsi un fronte dell’austerity, che ci obbligasse a firmare il Mes l’unica voce che avremmo (a Bruxelles) sarebbe quella di un commissario (sarebbe stata garantita una vicepresidenza) di fiducia della Meloni. Molto poco per difenderci. Eppure dobbiamo questo magro risultato al patto tra le due signore. Ma una delle due, quella in Europa, avrà bisogno dei voti della Meloni solo al suo insediamento per poi poterne fare a meno. E questo vuol dire che, al di là della personale cortesia, le due ci metteranno poco dal passare da amiche per la pelle a nemiche implacabili. Come ogni patto tra signore, infatti, tutto va bene finché il tempo passato assieme porta a litigare su chi sia la più bella del reame.
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