LA CONFERMA DAGLI USA: OK ALLO SCAMBIO DI PRIGIONIERI CON L’IRAN

Se ieri era solo una voce rimbalzata dai media americani, ora v’è la conferenza del Governo degli Stati Uniti: Usa e Iran hanno trovato e sancito l’accordo sullo scambio di prigionieri che da mesi “ballava” tra Washington e Teheran. L’amministrazione Biden, tramite la firma del Segretario di Stato Antony Blinken, ha acconsentito ai principali termini dell’accordo che coinvolge complessivamente 10 prigionieri, 5 americani e 5 iraniani, più lo sbocco di fondi destinati al regime di Teheran.



«Il loro rilascio è stato assicurato da un accordo mediato da una terza parte, con la concessione dell’amnistia e il rilascio di cinque prigionieri da parte di ciascuna delle due parti»: così aveva sentenziato l’agenzia di internazionale su fonte della missione iraniana presso l’ONU lo scorso 10 agosto, dopo l’accordo di massima trovato tra Blinken e il Governo Raisi. Quella “terza parte” è stata poi individuata nel Qatar e nella Corea del Sud, dove passeranno i fondi “congelati” prima di essere destinati direttamente all’Iran.



USA-IRAN, COME FUNZIONA L’ACCORDO E QUALI SCENARI SI APRONO

Secondo quanto sottolinea il Governo Usa, l’accordo con l’Iran prevede il rilascio di 5 cittadini americani detenuti a Teheran, in cambio del trasferimento di 6 miliardi di dollari di fondi iraniani congelati e di 5 prigionieri iraniani detenuti negli Stati Uniti. Blinken nelle scorse ore ha firmato l’esenzione delle sanzioni, sbloccando così il trasferimento dei fondi a breve.

Secondo quanto annunciato in America, per completare l’accordo è stata emessa una deroga che consente il trasferimento di 6 miliardi di dollari in fondi iraniani congelati dalla Corea del Sud al Qatar come parte dell’accordo di scambio di prigionieri. Come spiega l’ANSA, i prigionieri iraniani negli Usa erano accusati di reati di violazione delle sanzioni verso l’Iran, mentre la deroga ora consente alle banche internazionali di trasferire i fondi iraniani. Da ultimo, informa SkyTG24, il denaro ricavato dalle entrate congelate di passate vendite di petrolio iraniano, «sarà inviato alla banca centrale del Qatar, da dove potrà essere erogato per l’acquisto di beni umanitari per l’Iran». Per dare prova dell’accordo ancora da costruire negli scorsi mesi il regime degli ayatollah aveva concesso a 4 prigionieri americani di uscire dal carcere e rimanere agli arresti domiciliari, mentre il quinto già si trovava detenuto in appartamenti privati prima dell’accordo. È inevitabile che l’accordo Usa-Iran resti ancora un piccolo “passo” diplomatico rispetto ai rapporti deteriorati dai tempi del fallimento sull’accordo nucleare, ma è comunque un primo segnale di “riavvicinamento” utile a preparare nel prossimo futuro un dialogo maggiormente proficuo per il destino complicato del Medio Oriente.