E’ stato assolto Daniel Penny, dichiarato non colpevole dell’omicidio di Jordan Neely, giovane morto nella metropolitana di New York lo scorso anno. L’uomo era a processo a Manhattan con l’accusa di omicidio colposo, ma la giuria lo ha scagionato, dopo che nella giornata di venerdì il giudice aveva respinto anche l’accusa più grave di omicidio colposo di secondo grado. Daniel Penny, come scrive la CNN, è un ex militare americano, un marine, di anni 26, che rischiava fino a 15 anni di carcere se le due accuse fossero state confermate, ma nella giornata di ieri è stato dichiarato non colpevole, dopo che la giuria ha deliberato per circa un’ora, a fronte delle 16 ore della settimana scorsa, appunto per la precedente accusa.
La morte di Jordan Neely risale al primo maggio del 2023; un artista afroamericano di strada la vittima era un ragazzo di 30 anni, affetto da problemi mentali e dipendenza, nonché senza fissa dimora. Secondo la ricostruzione dei fatti, Neely si trovava in una carrozza della metro quando ha iniziato a dare in escandescenza, urlando ai passeggeri e gettando la giacca a terra, aggiungendo che non gli importava di morite.
DANIEL PENNY ASSOLTO, COME MORI’ JORDAN NEELY
Sulla stessa carrozza viaggiava Daniel Penny, che ha afferrato da dietro Neely al collo, per poi costringerlo a sdraiarsi sul pavimento, trattenendolo per diversi minuti: peccato che una volta che l’abbia lasciato, il poveretto non rispondeva più ed è stato dichiarato morto. Il tutto è stato ripreso da numerosi telefonini delle persone presenti sulla carrozza, di conseguenza il video è divenuto virale, e ieri è stato riprodotto più volte in aula in occasione del processo.
Il caso aveva diviso in due l’opinione pubblica fra chi chiedeva maggiore sicurezza nelle metro e chi invece, leggasi il movimento Black Lives Matter, considerava Neely come l’ennesima vittima innocente. Di questo secondo parere erano i procuratori di New York, secondo cui Daniel Penny andava condannato in quanto avrebbe agito in maniera sconsiderata e negligente, trattenendo per troppo tempo il ragazzo: “Siamo qui oggi perché l’imputato ha usato troppa forza per troppo tempo in modo troppo sconsiderato”, le parole del procuratore Dafna Yoran nelle arringhe conclusive.
DANIEL PENNY ASSOLTO, IL PADRE DELLA VITTIMA: “SISTEMA TRUCCATO”
Diverso invece il parere degli avvocati difensori dell’imputato, secondo cui il loro assistito stava solo cercando di impedire che Neely divenisse pericoloso per qualcuno, lo voleva solo trattenere, inoltre, è stata contestata anche la conclusione dell’esame del medico legale secondo cui il giovane artista di strada fosse morto per soffocamento, parlando di “una fretta di giudizio basata su qualcosa di diverso dalla scienza medica”.
L’assoluzione di Penny ha provocato reazioni contrarie fuori dal tribunale, con la polizia che è stata costretta ad intervenire per fermare alcuni manifestanti, mentre il padre di Neely, ha spiegato: “Mi manca mio figlio. Mio figlio non avrebbe dovuto passare attraverso tutto questo. Nemmeno io ho dovuto passare attraverso tutto questo. Fa male, fa davvero, davvero male. Cosa faremo? Cosa ci succederà ora? Ne ho abbastanza. Il sistema è truccato”.
DANIEL PENNY ASSOLTO, LE PAROLE DEGLI AVVOCATI E DEL SINDACO DI NY
Donte Mills, avvocato della famiglia di Neely, ha invece spiegato che erano “devastati, sconvolti, arrabbiati e feriti” per il verdetto, aggiungendo: “La settimana scorsa la giuria non è riuscita a decidere sull’accusa principale, e questa settimana hanno preso questa decisione. Il procuratore distrettuale ha fatto un buon lavoro, ma la giuria in questo caso ci ha deluso”.
Questo infine il pensiero del sindaco di New York, Eric Adams, che si è soffermato invece sui problemi di salute mentale che affliggono milioni di persone negli Stati Uniti: “Jordan non avrebbe dovuto morire. E credo fermamente, come ho affermato probabilmente dal primo giorno, che abbiamo un sistema di salute mentale che è rotto. Quando qualcuno attraversa ripetutamente quel sistema, è un segno di fallimento e abbiamo bisogno di aiuto ad Albany e nel consiglio comunale. Non possiamo sederci e piangere la perdita di qualcuno che è intrappolato nel sistema quando non agiamo ogni giorno”, per poi concludere dicendo: “Ma una giuria di suoi pari ha ascoltato il caso, ha visto tutti i fatti e tutte le prove e ha preso una decisione. E mi unisco al procuratore distrettuale Bragg nell’affermare che rispetto il processo”.