Achille Costacurta, figlio dell’ex giocatore del Milan Billy Costacurta e dell’attrice Martina Colombari, si è lanciato in un duro attacco sui social network contro gli agenti di polizia che, stando a quanto raccontato dal giovane, lo avrebbero picchiato. “Questo è quello che fa la polizia a un ragazzino di 16 anni – scrive Achille –. Mi hanno picchiato e perforato il timpano e mi devo operare solo per averli chiamati ‘sbirrazzi’. Basta abuso di potere”. Il sedicenne ha dovuto ricorrere alle cure mediche ospedaliere e si è mostrato sul suo account con una maglia bianca presumibilmente macchiata di sangue e con alcune ferite sulle braccia e sui polsi.
“Io non sto molto bene e mi dovrò operare – ha aggiunto il figlio di Costacurta e Colombari -, ringrazio Giovanni e i suoi 4-5 colleghi che lo hanno aiutato a picchiare un minorenne che non opponeva alcun tipo di resistenza”. Stando a quanto riportato da alcune fonti locali, il ragazzo avrebbe violato il coprifuoco, trovandosi in strada oltre le 22, orario limite entro cui ciascun italiano deve fare ritorno alla propria abitazione. Sarebbe stato questo, pertanto, il motivo alla base dello scontro con la polizia.
ACHILLE COSTACURTA: “PICCHIATO DALLA POLIZIA”
Achille Costacurta, pertanto, si ritrova protagonista di una spiacevole vicenda di cronaca e proprio in questi minuti il quotidiano “Il Messaggero” ha rispolverato una intervista concessa dalla madre del giovane, Martina Colombari, che aveva parlato di alcune sue difficoltà: “Noi ci siamo fatti aiutare da una psicologa che si occupa di genitorialità. Chiedere un aiuto esterno da un esperto o uno psicologo, nei momenti di difficoltà, non è qualcosa di cui ci si debba vergognare. Anzi, è un grande atto di amore per i propri figli”. E ancora: “Sia io che mio marito non abbiamo alle spalle percorsi scolastici conclusi con la laurea, perché le nostre carriere si sono sviluppate subito dopo il diploma. Per lui siamo l’esempio vivente che l’università non sia fondamentale. Dice: a voi non è servita. Ora si è convinto che vorrebbe aprire un ristorante. Ma prima deve fare gavetta da cameriere, trovarsi un socio, lavorare sulla creatività e sul marketing. È difficile spronarlo senza demotivarlo. Soprattutto adesso, che manca la distanza”.