Possiamo dirlo? Posiamo dire che Achille Lauro e chi per lui (cioè tutto lo staff che lavora alla sua immagine creativa e pubblicitaria, gli stilisti e tanti altri) hanno veramente rotto? E possiamo dire che la parola “censura”, parola orribile che non si dovrebbe mai usare, nei suoi confronti è benvenuta? Perché va bene voler stupire a tutti i costi (ma non è il suo caso, perché le immagini che diffonde fanno per lo più ridere) ma arrivare a questo punto è blasfemo, rivoltante, fastidioso. Non solo per i credenti, ma per tutti quelli che hanno buon gusto. Da quando è cominciata la campagna pubblicitaria per la pubblicazione del nuovo disco, in uscita domani e intitolato 1990, ha davvero rotto. Prima l’immagine in cui appare come una sorta di Ken in mezzo a due barbie e altri giocattoli in occasione del suo trentesimo compleanno e in cui annuncia “da oggi consideratemi una 18enne”. Avete capito bene, “una”, perché il cambio di sesso oggi fa molto figo.
LA CITAZIONE DI MUSSOLINI
Poi un manifesto gigante che doveva apparire in corso Como e che per fortuna come abbiamo detto è stato censurato: appare in versione Barbie crocifisso su una croce di dolcetti. Il significato? Nessuno se non attirare l’attenzione. Voleva criticare i crocefissi di plastica che si vendono nelle chiese e nei santuari? E perché? Roba da poco per gente da poco, contadini, operai, vecchiette, ma lasciali stare se sono felici così. Voleva criticare il capitalismo che si fa gioco della religiosità? Ma fallo con armi più serie e impegnative. Secondo noi è una immagine che propone solo il suo narcisismo disperato. E attenzione alle parole che usi Achille. Ha pubblicato l’immagine su Instagram scrivendo: “Questa è l’immagine che avreste visto oggi nel maxi-cartellone di Corso Como a Milano ma la pesante mano della censura delle pubbliche affissioni lo ha impedito. Io invece la regalo a tutti voi e come sempre “Me ne frego””. Attenzione a quel me ne frego, lo usava qualcun altro con risultati sanguinari.