A Sanremo, all’ultimo festival, si era autodefinito “il nuovo Vasco Rossi” e la canzone che aveva proposto, Rolls Royce, riprendeva tutti gli stereotipi dell’autore di Vita spericolata, la droga soprattutto e la vita appunto spericolata. Achille Lauro non parlava a vanvera, come si intuisce dal post che ha messo su Instagram del suo incontro con Vasco Rossi. Un sogno che si realizza, l’incontro con il suo idolo. Il cantante ricorda di essere cresciuto con la sua musica, quando da ragazzo con i suoi amici non facevano altro che ascoltarlo: “Ricordo quando non avevamo nulla e sognavamo di farcela, svegli fino a notte fonda ad ascoltare ‘Siamo solo noi’, o quando in macchina di notte abbandonati ci sparavamo ‘Angeli’ immaginandoci in una vita diversa”.



VASCO, IL FRATELLO MAGGIORE

Periodi difficili, dice, lasciando intuire cose brutte, come gli amici di allora che oggi non ci sono più (morti per droga? non lo dice ma si capisce): “Sono ricordi di periodi difficili dove le canzoni di Vasco ci hanno aiutato come farebbe un fratello. Alcuni miei amici che oggi non ci sono più sarebbero fieri di tutto ciò. Vita spericolata per sempre”. Quanto oggi la sua sia una vita spericolata o solo uno slogan per ricordare la giovinezza non lo sappiamo. Sappiamo dove però la vita spericolata ha portato Vasco Rossi, a un passo dalla morte per abuso di droga e anche al carcere, vita che lui saggiamente ha abbandonato da tempo. Auguriamo ad Achille Lauro di crescere in fretta, ricordando che una vita spericolata è una vita dannata che non porta nulla di buono.