Lunga intervista del Corriere della Sera ad uno dei grandi protagonisti del recenti festival di Sanremo 2020, Achille Lauro. L’artista di “Me ne frego” si è esibito all’Ariston con una serie di travestimenti che hanno lasciato tutti a bocca aperta: “Il palco del festival è talmente importante che mi pareva giusto usarlo – dice lo stesso Achille parlando delle sue performance – Volevo portare una canzone che fosse anche un’opera teatrale, un live in quattro minuti. Non volevo solo farla ascoltare, ma farla vedere. Uno pensa: questo è pazzo. In realtà, ogni canzone ha un colore. Si tratta di vestirla”. Fra i momenti cult del festival, anche il bacio con l’amico e collega Boss Doms: “Io etero, gay o fluido? Questo lo lascio al caso”. Impossibile non parlare di Morgan, e della sua lite con Bugo, che Achille definisce il momento più figo del festival: “Morgan è un grande artista, ha grande cultura musicale”.
ACHILLE LAURO: “NON MI E’ MAI MANCATO NULLA”
L’artista romano in realtà è nato a Verona, ed ha vissuto fra professori, prefetti e reduci di guerra: “Non mi è mai mancato nulla – prosegue Lauro de Marinis, il vero nome del cantante – mio padre si chiama Nicola De Marinis, è stato professore universitario e avvocato, ha scritto quattro libri, per meriti insigni è diventato consigliere della Corte di Cassazione. Nonno Federico era prefetto di Perugia, l’altro nonno ha combattuto nella seconda guerra mondiale: si chiamava Archimede Lauro Zambon. Sono nato a Verona perché lì abitava la famiglia di mia mamma, Cristina, originaria di Rovigo, ma sono cresciuto a Roma”. Numerose le leggende circolanti sull’artista veneto, a cominciare dal fatto che lo stesso Achille sia finito in carcere: “Su di me circola una leggenda nera – ha proseguito – inventata da gente che ha interpretato alla lettera il mio primo libro, Sono io Amleto, che in realtà è una biografia romanzata. Ne sto scrivendo un altro, La storia di una notte, in cui sono innamorato di un ricordo. Vengono a intervistarmi – ha proseguito – e poi scrivono “Lauro spaccia”, al presente, “Lauro ruba”, al presente. Sono cresciuto in un ambiente difficile, in mezzo a persone problematiche. Ma Sanremo è il frutto di quindici anni di impegno. Se avessi buttato il tempo in queste sciocchezze non sarei qui”.