Nell’intervista concessa a Domenica in, Achille Lauro non nasconde che, in passato, il rapporto con suo padre è stato complicato. Ad influire, soprattutto le sue scelte di vita, anche se oggi, grazie alla sua musica, le cose sono cambiate: “Per quanto abbiamo avuto un rapporto difficile – spiega Lauro parlando di suo padre – è una persona che ha studiato, mi ha dato un’educazione. Se negli anni abbiamo recuperato? Sì – svela l’artista – (I miei, ndr) Sono presone che hanno capito che dietro c’era la mia voglia di essere diverso”. A soli 15 anni, infatti, Achille Lauro ha lasciato la sua casa per inseguire il suo sogno: “Sono andato a vivere con mio fratello in una comune di artisti, c’erano ragazzi di passaggio, alcuni più grandi di me, che scrivevano le canzoni. Le mie? Mi imbarazzava mostrarle, tenevo tutto per me”. Con il successo, però, Achille Lauro non ha mai dimenticato quei ragazzi: “io adesso vivo a Milano, vivo da solo, lavoro con ragazzi che mi porto appresso da tantissimo, molte persone che stanno con me da tanto sono rimaste, anche loro possono aiutare me, mi conoscono, è una cosa reciproca”. E sull’amore svela: “se sono innamorato? Si, da tanto tempo, l’amore è importante”. (Agg. di Fabiola Iuliano)



“Mia madre ha conosciuto tanti me”

Achille Lauro torna nel salotto di Domenica in, ripercorrendo il successo conquistato, solo pochi mesi fa, proprio nella domenica di Rai 1 di Mara Venier: “è stato bello Sanremo la tua accoglienza post Sanremo”, svela l’artista nel salotto di Rai 1, “avevo questo brano Rolls-Royce prima che uscisse il disco, aspettavo la vetrina giusta […] avevo questo sentore, credo nel destino e ho detto ‘fammi provare queste cose'”. Grazie al suo brano ha conquistato il pubblico e la critica, che dopo Sanremo l’ha definito il nuovo Vasco Rossi a causa della sua vita spericolata: “la vita spericolata? Un po’ è giusta […] le mie canzoni rispecchiano veramente me, non sono scritte pensando al voler diventare famoso”. Achille Lauro svela inoltre di aver lasciato al sua casa a soli 15 anni per dedicarsi alla musica. Ma oggi, parlando della sua famiglia, dalla quale è stato lontano per qualche tempo, svela: “mia mamma ha conosciuto tanti me, ma in fondo c’era sempre la mia musica, sempre la stessa anima. Poi sono figlio di brava gente, gente onesta, non discutibile”. (Agg. di Fabiola Iuliano)



1990: l’ultimo album

Achille Lauro è uno degli ospiti della quarta puntata di Domenica in, il programma condotto da Mara Venier in onda oggi pomeriggio su Rai 1. Dopo il successo a Sanremo con il brano Rolls Royce, Lauro torna a presentare la sua musica al grande pubblico, sfruttando in parte la popolarità ottenuta nel febbraio scorso grazie alla sua partecipazione al Festival. Come al solito, il cantante romano si fa accompagnare da Boss Doms, l’amico e collega con cui ha collaborato per Rolls Royce. A Domenica in, Lauro presenta anche il suo ultimo album, 1990, che arriva dopo 1969 e segna l’ennesima svolta nella carriera dell’ormai “ex” trapper. Il Corriere della Sera riporta le sue dichiarazioni alla vigilia dell’uscita: “Avrei potuto continuare su questa strada e ricalcare all’infinito lo stesso sound. Ma la mia mente va altrove. Quello che ci imprigiona in qualcosa ci fa scomparire”. Così, dopo il momento “alternative rock”, si sente pronto per cimentarsi nella dance: “Non esiste più nulla per me, i generi musicali sono solo gabbiette per topi. Pop, punk, rock, grunge, musica contemporanea. Sono un’unica cosa”.



La nuova musica di Achille Lauro

“Sono nato nel 1990“, racconta Achille Lauro. “Ricordo che da bambino, e poi da adolescente, la musica che ascoltavo creava emozioni talmente forti da diventare oggi un pensiero a tratti malinconico. Erano gli anni delle boy band, la musica dance anni 90 dominava i dancefloor di tutto il mondo, con quel suo sound inconfondibile e quel suo spirito libero ed euforico, emblema di una giovinezza spensierata”. Presley, Hendrix, Winehouse e Doors cedono il passo a Daft Punk, Corona, Eiffel 65 e Gigi D’Agostino. “Dopo aver scritto Rolls Royce e quasi l’intero album 1969, i ricordi mi hanno portato alla dance. Così a gennaio 2018 abbiamo buttato giù il primo brano ispirato a La Bouche. Da lì il passo è stato breve e abbiamo iniziato a scrivere la musica che ascolterete nel futuro disco, chiaramente rivista a mio modo ed in chiave estremamente intima e autoriale”.

Da 1969 a 1990, la musica secondo Achille Lauro

Era difficile prevedere che Achille Lauro azzardasse questo passo. Eppure l’ha fatto: dopo aver spiazzato più volte con le sue digressioni stilistiche, nella musica e non solo (ricordiamo la sua partecipazione a Pechino Express in coppia con il produttore Boss Doms), Lauro è pronto per evolversi ancora. “Dal 1969 passiamo al 1990, stiamo viaggiando nelle epoche. Sono contento, perché prima ci siamo ispirati ai monumenti della musica e ora siamo passati alle vecchie nostalgie. Aspettatevi la fine del mondo”. Cambiare genere non gli basta: “Il prossimo passo mi vedrà volare negli U.S.A. per completare questo lavoro che mi auguro possa piacervi tanto quanto Rolls Royce. Intanto un’anteprima del nuovo mood ve la svelerò durante questo tour”. Tour che è partito da pochi giorni e ha già toccato alcune delle principali città italiane.