E’ finalmente arrivato il momento di Achille Lauro, pronto a salire sul palco del Concerto del Primo Maggio 2019 per animare il pubblico con le sue canzoni e la sua energia. Il primo brano è Cadillac, il secondo Thoiry. “Buonasera Roma! Vi chiederei di spegnere i telefoni e godervi questa splendida festa. Vorrei chiedervi anche di togliervi i vestiti ma non mi sembra il caso”.  Achille Lauro si esibisce sulle note di 1969, poi il grande successo del Festival di Sanremo, “Rolls Royce”. Spazio anche per  “Sexy Ugly”, C’est la vie” e altri brani. Tanti applausi per Lauro, che si congeda nel migliore dei modi. La festa al concerto del primo maggio 2019 prosegue. Il prossimo ad esibirsi sarà Ghali.



Attesa per Achille Lauro al concerto del primo maggio

Achille Lauro salirà sul palco del Concerto del Primo Maggio 2019 e sparerà bordate di rock’n’roll con la sua Rolls Royce, che dopo la ripassata orchestrale soporifera dovuta per contratto a Sanremo, adesso che abbiamo potuta ascoltarla come registrata su disco, è un gran pezzo che lascia pochi prigionieri. Dopo le tante sciocchezze scritte e dette sulla ‘ormai ex saper che con 1969 ha sfornato un signor disco che pesca nella canzone d’autore, nel food da corner alla Fred Buongusto e nel rock, si propone come uno dei personaggi più interessanti della nuova scena musicale italiana. Achille Lauro torna per la seconda volta consecutiva al Sanremo alternativo, visto che ormai il concerto del primo maggio ha perso ogni istanza politica che aveva agli inizi, e sicuramente lascerà il segno. E tutto questo con solo pochi anni di attività: entrato nel giro musicale del Quarto Blocco, Lauro decide di adottare un nome d’arte, optando per Achille Lauro: egli stesso dichiarerà, a posteriori, che tale scelta era stata motivata dal fatto che molti associavano il suo nome al cognome dell’omonimo armatore partenopeo. Nel 2012 viene pubblicato il suo primo mixtape, intitolato Barabba, e realizzato con la collaborazione di diversi producer affiliati al Quarto Blocco, come Frigo, Caputo e Sedato. Il mixtape risulta essere una produzione indipendente, e viene quindi reso sin da subito disponibile in download gratuito. Lo stesso accade per Harvard, altro mixtape prodotto per il collettivo Quarto Blocco. Nel 2015, complice l’ottimo riscontro di Achille Idol Immortale, da cui vengono estratti singoli di successo come Real Royal Street Rap, Roccia Music investe sempre di più su Lauro, che pubblica un’EP intitolato Young Crazy EP, per un totale di sei tracce, tra cui il brano La Bella e la Bestia, che verrà poi arrangiato in una versione unplugged di successo. Per il 26 maggio 2015 viene fissata la pubblicazione di Dio c’è, secondo album in studio di Achille Lauro, la cui copertina riprende quella di Young Crazy EP. Il titolo dell’album sembra essere un altro riferimento alla religione cristiana, come lo erano i versetti recitati in Achille Idol Immortale, ma Dio c’è risulta essere null’altro che una sigla per Droga IOfferta Costi Economici. Anche in questo caso, figurano partecipazioni di artisti già consacrati, come di alcuni appartenenti al Quarto Blocco, tra tutti Caputo alla traccia Playground Love. Ed eccoci a Sanremo: «Non penso di essere fuori posto a Sanremo. Il pezzo è trasversale, può piacere a tutti. Nasce con una chitarra scordata, un taccuino e una penna. Poi l’abbiamo finalizzato in una villa che prendiamo proprio per creare musica, insieme a 20-30 musicisti, senza essere contaminati dalle mode ma pensando solo a quello che potesse piacere a noi».



ACHILLE LAURO, LA DROGA E LE POLEMICHE

E’ proprio a Sanremo che Achille Lauro subisce una bufera mediatica. La trasmissione televisiva Striscialanotizia lo accusa di aver giocato con il titolo del suo brano per parlare di droga. Esiste infatti una pasticca di ecstasy che ha impresso il marchio della Rolls Royce, il brano dunque sarebbe una esaltazione del consumo di droga. D’altro canto l’anno prima parlando con alcuni giornalisti del suo modo di fare i dischi aveva detto che scriveva solo  ed esclusivamente sotto l’effetto di stupefacenti. L’autore di ‘Dio c’è‘ ha poi raccontato di aver testato assieme ai suoi collaboratori, durante le lavorazioni del disco, delle modalità di assunzione degli stupefacenti estremamente congeniali, secondo il suo punto di vista, per favorire la creatività, che ha definito come ‘microdosing’. Si tratta di una somministrazione costante di droghe, consumate però in piccole dosi, in modo tale da poter rimanere costantemente sballati – e quindi ispirati – senza però perdere mai voglia di fare e lucidità. “La droga è assolutamente fondamentale per la nostra creatività, oltre che per la nostra ispirazione musicale“, ha dichiarato l’autore di ‘Ragazzi Madre‘. A proposito del disco di quell’anno, Pour l’amour, ha poi dichiarato che “è stato ideato e realizzato con modalità abbastanza inusuali abbiamo preso in affitto una villa e ci siamo recati lì in quindici 15, rimanendoci per due mesi. […] Avevamo una scorta di 10 chili di erba, mi arrampicavo sugli alberi a piedi scalzi e mangiavo solo frutta, è stato difficile tornare alla vita normale“. La polemica innestata da Striscia la notizia porta anche il ministro degli interni a esprimersi: “La sua canzone? L’ho trovata pietosa e penosa, come musica, come testo, come immagine e tutto“. Ma qualche giorno dopo il festival ospite di Domenica In Achille Lauro si presenta con una immagine del tutto diversa:  Qual è quello per me più importante in assoluto? La mamma“, ha chiosato l’artista romano con una tenerezza quasi palpabile.

VIDEO SU ACHILLE LAURO “ROLLS ROYCE”

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