È morto a 95 anni uno dei cardinali tra i più segnanti della diplomazia Vaticana del Novecento, Achille Silvestrini: dopo una lunga malattia, si spegne il prelato che per anni sotto il Pontificato di Papa Paolo VI e poi soprattutto Giovanni Paolo II ha curato il dialogo nella Ostpolitik vaticana. L’Est, l’Ovest, la cortina di ferro e il ruolo del Vaticano: con Papa Wojtyla – che lo ha scelto, ordinato vescovo e fatto poi cardinale – ha saputo rappresentare una parte fondamentale nel dialogo tra le parti della complessa e infuocata situazione internazionale verso la caduta del Muro di Berlino. Ma non solo, Achille Silvestrini era anche membro della cosiddetta “corrente di San Gallo”, ovvero una cordata di cardinali che sotto il regno di Papa Giovanni Paolo II spingevano fortemente per la necessità di una riforma ecclesiale per rendere attualizzato e attivato il Concilio Vaticano II. Con Silvestrini, ne facevano parte anche Martini, il belga Gottfried Danneels, il vescovo olandese Adriaan Van Luyn, i cardinali tedeschi Walter Kasper e Karl Lehman. In vita è rimasto solo Kasper che ancora negli ultimi anni ha rispolverato la proposta durante il Pontificato di Papa Francesco.
CHI ERA IL CARDINALE ACHILLE SILVESTRINI
Nato a Brisighella, nella diocesi di Faenza, il 25 ottobre 1923, entra diciannovenne nel Seminario Diocesano, dove è ordinato sacerdote dal vescovo Giuseppe Battaglia, il 13 luglio 1946: Achille Silvestrini, come riporta il portale Vatican News, nel 1952 si iscrive alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, per entrare, il primo dicembre 1953, «nel servizio diplomatico della Sezione per gli affari ecclesiastici straordinari della Segreteria di Stato, occupandosi del Vietnam, della Cina, dell’Indonesia e, in generale, del sud-est asiatico. Dal 1958 al 1969 è tra i collaboratori dei segretari di Stato Domenico Tardini e Amleto Giovanni Cicognani». Importanti sono però i suoi lavori e servizi svolti nell’ottica di un dialogo fattivo tra Occidente e Russia negli anni Settanta e Ottanta: «Promosso all’episcopato con il titolo arcivescovile di Novaliciana, riceve l’ordinazione il 27 maggio da san Giovanni Paolo II. Il nuovo incarico lo porta a guidare dal 1979 la delegazione della Santa Sede per la revisione del Concordato lateranense, trattative condotte con le autorità italiane fino alla firma dell’Accordo del 18 febbraio 1984». Infiniti incarichi diplomatici in ogni parte del mondo, sempre attento alla vita sacerdotale dei più giovani e negli ultimi anni del Papato di Giovanni Paolo II diventa anche prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Silvestrini era Cardinale non più elettore per via dell’età e con la sua morte il Collegio cardinalizio risulta così composto: 215 cardinali in totale, di cui 118 elettori e 97 non elettori. Come ricorda il Messaggero, «nel conclave del 2005 Silvestrini era contrario all’elezione di Ratzinger anche se poi lo ha rispettato e servito con lealtà».