L’acqua di San Giovanni è una sorta di “infuso” che si prepara da tradizione dopo il tramonto del 23 giugno e si utilizza il mattino successivo – proprio nel giorno in cui ricorre la natività di San Giovanni Battista – per detergere viso e mani. È una pratica molto diffusa in Calabria e in Toscana, ma anche in altre regioni italiane. È per questo motivo che in queste ore molti si stanno domandando come farla.
La “ricetta” è molto semplice, anche perché prevede l’utilizzo delle erbe e dei fiori che si hanno a disposizione. Da tradizione è essenziale però che ci sia l’iperico, noto come “erba di San Giovanni” proprio perché cresce in queste settimane. Per il resto, è possibile inserire tra gli ingredienti lavanda, assenzio, finocchietto selvatico, malva, verbena, rosmarino, rosa, menta, salvia, camomilla, passiflora e sambuco. È meglio che esse vengano raccolte nei giorni antecedenti alla preparazione in modo che possano essere lasciate a essiccare.
Acqua di San Giovanni, come si prepara e ingredienti: il procedimento
Dopo essersi procurati gli ingredienti per l’acqua di San Giovanni, sarà necessario capire come si prepara questo particolare infuso, che secondo molti avrebbe numerose proprietà benefiche. Il procedimento è molto semplice. È sufficiente prendere un recipiente, preferibilmente di vetro o di rame, e riempirlo di acqua. È qui che verranno inserite le erbe e i fiori di campo raccolti precedentemente. Il contenitore dovrà essere lasciato all’aperto per tutta la notte in modo che possa assorbire la rugiada, che in base alla credenza fornisce alla “pozione” ulteriori sostanze nutritive.
La tradizione vuole che l’infuso non possa essere conservato dopo il 24 giugno, giorno in cui si celebra la natività di San Giovanni Battista. È per questo motivo che, dopo averlo utilizzato per detergere viso e mani, coloro che ne avranno ancora molto a disposizione dovranno donarlo ad amici e parenti.