In Spagna hanno deciso di introdurre per legge di servire l’acqua del rubinetto ai ristoranti come alternativa a quella in bottiglia. A partire dal primo gennaio 2023, come si legge su Repubblica, i ristoratori saranno obbligati ad adeguarsi alla norma con l’obiettivo di ridurre sprechi e rifiuti entro il 2025. “La norma dell’acqua di rubinetto è fra quelle già in vigore ma i ristoratori fanno fatica a proporla”, commenta Giuseppe Grezzi, assessore italiano alla mobilità del Comune di Valencia “Ma sta iniziando a funzionare, perché sempre più persone la chiedono”.
E in Italia? “La qualità delle acque destinate al consumo è assicurata mediamente per l’80,5% da acque sotterranee, naturalmente protette” fanno sapere dal ministero della Salute, “su cui si innesta un esteso sistema di controlli da parte dei gestori dei servizi idrici e delle Autorità Sanitarie Locali”. Delle acque quindi eccellenti quelle del rubinetto, ma il 52 per cento consuma regolarmente acqua in bottiglia, mentre il 28% occasionalmente. L’Italia è al secondo posto nella classifica mondiale di consumatori dietro solo al Messico, e ogni italiano consuma mediamente 208 litri di acqua in bottiglia in un anno, per una media di circa 240 euro a testa.
SPAGNA, ACQUA RUBINETTO AI RISTORANTI: IN ITALIA NON ESISTE IL DIBATTITO
“Alla fine si tratta di acqua di rubinetto distribuita in bottiglia”, sono le parole di Peter H. Gleick, autore del saggio Bottled and Sold: The Story Behind Our Obsession with Bottled Water, che di fatto si traduce in “Imbottigliata e venduta: la storia dietro la nostra ossessione per l’acqua in bottiglia” (testimonianza che si trova su Netflix). E la Spagna non è l’unica nazione che sta cercando di sdoganare l’acqua del rubinetto, dal 2023 il Lussemburgo fornirà brocche ai ristoranti, anche se non dovranno per forza essere gratuitae.
“L’obiettivo non è mai stato quello di rendere gratuita la brocca d’acqua nei ristoranti e nei bar, ma di lasciare la scelta ai clienti e ai ristoratori”, le parole di Lex Delles, ministro del Turismo e delle piccole e medie imprese locale, che poi aggiunge “il prezzo a cui i ristoratori possono offrire le caraffe d’acqua può essere fissato liberamente”. Da noi nessuna iniziativa simile, e come sottolinea Repubblica, “nemmeno se ne parla”: le cosa cambieranno di qui a breve?