Nel Regno Unito ultimamente si parla parecchio dello scandalo sullo sversamento di migliaia di litri di acque reflue non depurate sulle spiagge e nei fiumi di tutta la nazione. Una questione nota già da anni, almeno dal 2019, ma che non è stato mai affrontato veramente, se non recentemente. Tuttavia, la toppa che Water UK, l’ente che rappresenta le 9 compagnie idriche e fognarie inglesi, averebbe messo è apparsa più piccola del buco.



Per comprendere meglio la questione delle acque reflue non trattate nei fiumi del Regno Unito bisogna fare un passo indietro, alla legge che regola la gestione di quelle acque. Alle compagnie inglesi, infatti, è permesso in occasione delle forti piogge di sversare liberamente i liquami nei corpi e corsi idrici nazionali per evitare il sovraccarico dei sistemi fognari. Si tratta di un meccanismo straordinario che, tuttavia, secondo numerose associazioni sarebbe stato utilizzato impropriamente dalle compagnie idriche ed ha portato solamente nel 2022 allo sversamento di acque reflue nei fiumi per un complessivo di 1,75 milioni di ore, ovvero in media 825 volte al giorno, ben oltre il concetto comune di straordinarietà.



Dopo il danno delle acque reflue nei fiumi, la beffa

Insomma, a forza di avvertimenti e mozioni, la questione delle acque reflue nei fiumi è letteralmente esplosa nel Regno Unito, portando la Water UK a prendere i primi, timidi, provvedimenti. Nell’aprile di quest’anno, l’ente ha accettato l’obbligo imposto dal governo di comunicare, entro il 2025, tutti i dati in tempo reale degli sversamenti, anche se poi il limite è stato spostato al 2030, periodo in cui le perdite del sistema dovranno essere ridotte del 35% minimo.

La Water UK, inoltre, in merito alle acque reflue nei fiumi si è anche scusata pubblicamente, dichiarando che era pronta a spendere 10 miliardi di sterline degli investitori al fine di risolvere il problema, ammettendo che questo avrebbe causato un inevitabile “modesto” aumento delle bollette per i cittadini. Circostanza che ha riacceso le critiche e le polemiche, tra chi sottolinea che per 30 anni gli azionisti hanno incassato oltre 57 miliardi di sterline, dei quali 1,4 solamente nel 2022. Le nuove polemiche hanno portato il governo ad intervenire nuovamente, sottolineando che per risolvere il problema delle acque reflue occorre fare di più, senza pesare in alcun modo sulle tasche dei cittadini.