Da oggi nelle sale è da appuntare non solo il ritorno di Brad Pitt ma di un film sci-fi diretto da David Gray e destinato a far parlare di sé, non solo per il ricco e pregiato cast ma soprattutto per la trama e l’intensità che è in grado di trasmettere sul grande schermo. Ad Astra si pone anche ricchissimo di curiosità, a partire dalla foto della vista sulla Luna. Il regista ha asserito che la sua intenzione era quella di realizzare “la rappresentazione più realistica dei viaggi nello spazio”. Per questa ragione ha dedicato molto tempo allo studio di foto della vita reale scattate sulla Luna alle quali neppure Kubrick ebbe accesso per il suo 2001: Odissea nello spazio. All’inizio del film sarà possibile ascoltare uno strano suono in loop. Ebbene, si tratta della voce di Tommy Lee Jones che nel film interpreta il padre di Brad Pitt. L’attore pronuncia le parole “Ti amo, figlio mio”. La registrazione è poi accelerata, distorta e messa in loop. A tal proposito Gray ha dichiarato, come riferisce SkyTg24: “Volevamo che fosse quasi privo di sensi. Sembra quasi un’ecografia per un bambino non ancora nato. È molto strano”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



UN BRAD PITT MISTERIOSO PER IL MIGLIOR FILM DI JAMES GRAY

Dopo le prime immagini, il trailer e la presentazione in concorso al Festival di Venezia 2019, Ad Astra di James Gray arriva finalmente nelle sale italiane: uno sci-fi perfetto dal punto di vista tecnico e con un Brad Pitt in stato di grazia. Un progetto iniziato tre anni fa dopo un lungo studio: il regista-produttore Gray ha spiegato di aver tratto ispirazione per il film dalle sue letture sul fisico Enrico Fermi: secondo il Premio Nobel, c’era il 90 per cento di probabilità che gli Stati Uniti sudoccidentali venissero distrutti dopo la prima divisione dell’atomo. «All’epoca non si sapeva se la reazione a catena sarebbe continuata: erano molto allarmati e ho immaginato una situazione in cui c’è una persona da sola nello spazio che non ha nulla da perdere: non c’è fine agli esperimenti che potrebbe compiere o a cui sottoporsi». Ma non solo: il cineasta newyorkese ha tratto ispirazione anche dal romanzo Cuore di tenebra di Joseph Conrad e dal film Apocalypse Now. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



AD ASTRA DA OGGI AL CINEMA: LA TRAMA

Esce oggi sul grande schermo “Ad Astra”, il film di fantascienza di James Gray, reduce dal grande successo di critica e pubblico alla Mostra del Cinema di Venezia. Protagonista uno spettacolare Brad Pitt che offre una delle sue migliori interpretazioni al punto tale da poter ambire alla conquista dell’Oscar come migliore attore. Dopo George Clooney con Gravity, ora tocca ad un altro bello del cinema cimentarsi nello spazio e secondo gli esperti della Nasa, Pitt se la caverebbe addirittura meglio del suo collega. E così il divo di Hollywood conquista grazie alla sua bravura nella pellicola il titolo di interpretazione più intensa della sua carriera. Merito dello stesso film, uno sci-fi introspettivo che indaga soprattutto il microcosmo interiore del Maggiore Roy McBride interpretato da Brad Pitt nel ruolo del protagonista ed al tempo stesso il mistero dell’Universo. Roy sarà chiamato a compiere una doppia impresa: se da una parte sarà chiamato a partecipare ad una missione su Marte nel tentativo di impedire che termini la vita sulla Terra, dall’altra sarà coinvolto anche in una faccenda personale. Il padre, interpretato da Tommy Lee Jones, in realtà non è morto come gli avevano fatto credere. Il genitore, partito 16 anni prima a caccia di tracce di vita extraterrestre, può minacciare ora il futuro dell’intera umanità.



AD ASTRA CON BRAD PITT: DA OGGI NELLE SALE

Brad Pitt, in vista della sua partecipazione nella pellicola Ad Astra si è ritrovato a porsi numerose domande, soprattutto in tema di vulnerabilità e forza. Parlando della pellicola da oggi nelle sale, come riferisce l’Ansa ha spiegato: “Roy e’ in un momento particolare della sua vita in cui la sua chiusura al mondo non funziona più e ne sta diventano consapevole. E’ insomma vulnerabile”. Il suo è certamente un personaggio oltremodo intimista e a chi gli domanda da dove abbia preso ispirazione, il divo del cinema replica: “Non si deve certo andare lontano. Per quanto cerchiamo di nascondere le ferite che ci portiamo dietro dalla nostra infanzia, quelle ferite sono dentro di noi, dobbiamo solo tirarle fuori. E se un attore e’ sincero lo spettatore alla fine lo sente e ti premia”. Ad Astra è un film prodotto dallo stesso Pitt che riesce nell’impresa di spingersi oltre, esattamente come Roy che rischia tutto e punta non solo verso Nettuno, alla ricerca del padre, ma anche verso una verità intima.