Era malato da tempo, ma non si sa nulla dalla malattia che ha stroncato Adamo Dionisi: l’attore è morto oggi all’età di 59 anni. Una “brutta malattia“, così viene definita quella con cui lottava colui che aveva interpretato Manfredi Anacleti nella serie Netflix “Suburra“, con cui era arrivata la sua consacrazione che lo aveva fatto conoscere e apprezzare dal grande pubblico. L’avrebbe scoperta da poco e per questo nell’ultimo mese sarebbe rimasto lontano dai set, spiega il Corriere della Sera.
Ma Adamo Dionisi era stato coinvolto anche di recente in lavori importanti, come “Enea” di Pietro Castellitto e “Dogman“. Per quanto riguarda invece il piccolo schermo, aveva avuto un ruolo nella fiction “Rocco Schiavone” della Rai. Nonostante la malattia, Adamo Dionisi aveva in programma due film, tra cui una produzione estera a cui teneva in maniera particolare l’attore, che lascia due figli, Alessia di 38 anni e Christian di 32. Nel suo passato, però, c’è anche un altro ruolo, quello di capo ultrà degli Irriducibili della Lazio.
ADAMO DIONISI, DAL CARCERE AL CINEMA
La vita di Adamo Dionisi era caratterizzata da un passato difficile, in quanto prima di intraprendere la carriera di attore aveva vissuto esperienze difficili che lo portarono anche a un arresto per droga e alla detenzione in carcere a Rebibbia. Ma proprio durante la permanenza in cella ha scoperto di avere una passione per la recitazione, infatti prese parte ad alcuni progetti teatrali nell’istituto penitenziario che gli cambiarono la vita e lo avviarono al mondo del cinema.
La notorietà è arrivata con la serie “Suburra“, in cui interpretava un capo violento di una famiglia rom, ma poi ha collezionato una serie di esperienze e incarichi importanti. Ma si è anche messo a disposizione della comunità, ad esempio con l’associazione Casale Caletto, che si trova all’estrema periferia est di Roma, si è impegnato per far arrivare l’acqua corrente in un campo nomadi e a costruire uno di calcio per i ragazzi.