Ah la Svezia: meraviglia di welfare, tutti pagano le tasse e sono felici, Greta è il simbolo nazionale e quello scorbutico di Zlatan Ibrahimovic che non vuole riconoscere il calcio femminile come al pari grado di quello maschile viene declassato da divo a reietto. Non stupisce dunque che la chiesa luterana svedese sia una delle più “inclusive” e aperte alla nuova “dottrina dei diritti” dove ogni singolo desiderata dell’essere umano viene assunto a diritto (e chi osa contraddire è uno spregevole discriminatore): ha fatto discutere nelle scorse settimana la Pala “Queer” posta nella Chiesa di Saint Paul a Malmo per l’Avvento, collocata alla destra della pala principale con le consuete immagini sacre cristiane. “Queer” che qui in Italia potremmo maggiormente identificare con “Lgbt”: in quella Pala, rinominata “dell’inclusività” si scorgono tra i tanti personaggi due Adamo gay che amoreggiano, due Eva e un Eden dove il serpente-diavolo è rappresentato da un soggetto transessuale. Come ben spiega Russia Today, la fotografa e artista Elisabeth Ohlson Wallin ha dipinto questa Pala nel 2012 e ha cercato di donarla alla Cattedrale di Skara poco prima che la chiesa si stesse preparando a condurre il primo matrimonio omosessuale nella sua storia millenaria. L’artista è lesbica e da tempo mischia immagini religiose con icone di attivismo Lgbt per sensibilizzare il Paese e per spingere la Chiesa luterana di Svezia a riconoscere per davvero i temi gay-friendly e non fosse solo una apertura di “facciata”.
DUE ADAMO GAY VANNO BENE, IL SERPENTE TRANS INVECE…
La Chiesa di San Paolo a Malmo ha accettato il dipinto chiamato “Paradiso” come nuova pala d’altare e lo ha svelato nel primo giorno di Avvento. Helena Myrstener, pastore, ha affermato che “così la storia è stata scritta”. Potremmo dire “ri-scritta” visto che l’unico indirizzo è “sfruttare” l’occasione religiosa per far passare una battaglia politica, sociale, financo sessuale. Fine della bellissima storia politically correct made in Sweden? Questa volta no: senza neanche bisogno degli esperti Ikea, la Pala d’altare “Lgbt” è stata smontata e rimossa pochi giorni fa generando non poche polemiche nella chiesa e nei media. Il motivo? La protesta dei fedeli per una blasfemia iconizzata? Nein, reazionari che siete; e allora? La Chiesa luterana «non ha alcun problema con le coppie gay, ma quel trans che incarna il serpente, simbolo del male, potrebbe disturbare parte della comunità»; questo è il motivo addetto dai vertici della chiesa di Saint Paul dopo la denuncia di alcune sigle Lgbt. Un cortocircuito incredibile che pone gli stessi responsabili luterani nella posizione di dire «Il fatto che ci siano due coppie omosessuali nell’opera d’arte non è assolutamente un problema. Ma il fatto che c’è un serpente, che tradizionalmente simboleggia il male, e che sia raffigurato come un trans potrebbe portare all’interpretazione che un tran è malvagio o un diavolo. La Chiesa svedese non può assolutamente sopportarlo». Non solo, la pastore di Saint Paul rincara la dose (come riporta Dagospia, ndr) «Sposiamo coppie gay da 10 anni e con questa opera d’arte è stato un po’ come appendere una foto di un matrimonio in chiesa. Elisabeth Ohlson Wallin ha fatto così tanto per l’integrazione e la rappresentazione delle persone LGBTQ nel mondo cristiano». Insomma, vittime della stessa ideologia che perseguivano e appoggiavano. Anche se antipatico, da oggi siamo un po’ più vicini al vecchio Ibra…