Pechino in pressing su Roma, ma l’addio alla Via della Seta è dietro l’angolo. E per questo motivo la Cina ha iniziato a minacciare l’Italia. Il riferimento è al memorandum firmato nel 2019 dall’allora primo ministro Giuseppe Conte. L’attuale governo dovrà rinnovarlo entro la fine del 2019, ma il premier Meloni non ha utilizzato troppi giri di parole: “Possiamo avere rapporti di commercio e cooperazione anche al di fuori della Via della Seta”.



Negli ultimi anni si è parlato dei rischi dell’abbraccio troppo stretto con la Cina e il governo di centrodestra sembra preferire la prudenza. E da Pechino sono arrivate parole tutt’altro che erene. “Se l’Italia non rinnoverà l’accordo sulla Belt and Road entro fine anno, ciò avrà un negativo impatto sull’immagina e credibilità dell’Italia e sulla cooperazione”, le parole dell’ambasciatore in Italia Jia Guide sul giornale cinese Global Times.



Tensione sulla Via della Seta

Il Global Times ha acceso i riflettori sui risultati raggiunti grazie all’avvicinamento commerciale tra Cina e Italia, ma il governo italiano ha già fatto capire che non approfondirà ulteriormente il rapporto con Pechino. Ed ecco commenti durissimi contro Roma e l’annuncio di “azioni coercitive”. E per questo motivo lo scorso 26 giugno i cinesi hanno inviato una messione speciale guidata da Liu Jianchao, capo del Dipartimento rapporti internazionali del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese. Come evidenziato da Libero, ha incontrato a Milano imprenditori dell’Associazione Italia-Cina e poi ha fatto visita a Roma al presidente del Senato La Russa. Sarà comunque il Parlamento ad avere l’ultima parola sulla Via della Seta: la questione sarà esaminata sotto la spinta del senatore Giulio Terzi di Sant’Agata di Fratelli d’Italia, presidente della commissione Politiche dell’Unione europea a Palazzo Madama, e della senatrice Stefania Craxi di Forza Italia, presidente della commissione Affari esteri e Difesa.

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