Adele Tulli, chi è la figlia di Serena Dandini

Adele Tulli è la figlia di Serena Dandini, ospite oggi di Serena Bortone nel salotto di Oggi è un altro giorno. Nata nel 1982, Adele si è laureata in Screen Documentary presso la Goldsmiths University di Londra e ha conseguito un dottorato teorico-pratico su pratiche di resistenza nel documentario contemporaneo. Ha debuttato alla regia nel 2011 con il suo primo documentario “365 Without 377”,  sulle battaglie del movimento LGBT in India per l’abolizione della sezione 377 del codice penale indiano. “Mi sono sempre soprattutto occupata di studi di genere e queer, ‘gender and sexual identities’ in India ma anche in Europa. Questo film è nato perché volevo raccontare una realtà ristretta. Questa legge è stata abolita dalla Corte di Delhi, il viaggio dei personaggi che seguo nel film è solo a Mumbai. Questa è una piccola parentesi di una lotta ancora da combattere. Ma che ha mosso i primi passi. Io c’ero, li ho visti. E ho cercato di raccontarli”, ha raccontato la figlia di Serena Dandini a Repubblica.



Adele Tulli, l’ultimo documentario “Normal”

Il secondo documentario di Adele Tulli si intitola “Rebel Menopause” e ha vinto il IAWRT 2015 International Award. Il suo ultimo lavoro, “Normal”, ha debuttato nella sezione Panorama della Berlinale, dove è stato accolto con entusiasmo da pubblico e critica. Ha vinto MoliseCinema 2019. “Il titolo è un punto di partenza della riflessione che il film cerca di generare sul racconto di che cosa è la costruzione sociale dei generi, che cosa sono le norme sociali relative al genere e come influenzano nostre vite dal momento in cui nasciamo in avanti”, ha detto la regista a Controradio. “Normal” ha vinto anche al Lovers Film Festival: “Per la volontà di portare il documentario verso i territori contemporanei della non-fiction e per la capacità di costruire un percorso narrativo non banale in cui lo sguardo dell’autrice non guida quello dello spettatore, ma gli lascia la possibilità di costruire il suo proprio significato e percepire quale sia la sua personale accezione di normalità”, sono state le motivazioni della giuria.

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