Adesione Ucraina alla Nato, mentre si discuterà di facilitare il processo di ingresso al prossimo Summit dell’Alleanza, arriva una lettera aperta firmata da studiosi internazionali, che avverte i vertici sui rischi di questa scelta che potrebbe avere conseguenze catastrofiche sulla sicurezza globale e andare a provocare un conflitto più ampio fino a diventare la terza guerra mondiale. Le 60 personalità che hanno ritenuto necessario esprimere la propria opinione ed opporsi deliberatamente contro l’idea di avvicinare l’Ucraina alla Nato, sono soprattutto esperti di geopolitica, strategie e relazioni internazionali.
Tra i quali spiccano nomi importanti ed influenti come il politologo John Mearsheimer, il docente di Harvard Stephen Walt e l’ex direttore di analisi della strategia russa alla Cia, George Beebe. Le preoccupazioni in merito, come evidenzia il documento pubblicato dal quotidiano Politico, sono concentrate soprattutto sull’articolo 5 dello statuto della Nato, che impone la difesa dei paesi membri in caso di invasione o attacco. Quindi, se la Russia dovesse decidere di invadere nuovamente l’Ucraina, gli Stati Uniti sarebbero costretti ad entrare in guerra, utilizzando i propri mezzi e militari se necessario.
Adesione Ucraina alla Nato, lettera di 60 studiosi che si oppongono: “Alto rischio di coinvolgere in guerra altri paesi”
Lettera aperta ai vertici Nato da 60 studiosi internazionali che si oppongono all’adesione dell’Ucraina. Il esposto dagli esperti è quello di favorire un aumento della capacità di difesa interna dell’esercito ucraino, piuttosto che decidere di fare entrare Kiev direttamente nell’Alleanza. Perchè questo passo comprometterebbe seriamente le relazioni con la Russia. Putin infatti, come ha già avvertito in passato, potrebbe interpretare la mossa come una minaccia diretta. Estendendo così tutto il pericolo di guerra anche agli altri paesi membri.
Così nell’analisi vengono anche dati consigli diretti, come quello di rivedere il ruolo della Nato, come più difensivo e non come un’alleanza in espansione a fini politici. Inoltre, come ha ribadito il politologo John Mearsheimer: “Gli Usa non dovrebbero entrare in conflitti diretti con paesi che non stanno minacciando la sicurezza nazionale, ma mantenere una linea di politica estera più realista“.