Cosa è ADHD, il disturbo che sta colpendo i bambini?
Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, in acronimo ADHD, sta diventando sempre più diffuso negli Stati Uniti. I dati parlano chiaro: ne soffre un bambino su nove. I casi diagnosticati sono pari a circa 7,1 milioni. È per questo motivo che gli esperti si stanno interrogando sul perché di questo aumento, che è diventato ancora più preoccupante dopo la pandemia di Covid (prima la statistica era di un bambino su dieci). È stato pubblicato uno studio in merito sul Journal of Clinical Child & Adolescent Psychology.
Alcune ricerche precedenti, come riportato da Zero Hedge, avevano evidenziato che la pandemia di Covid ha causato non pochi danni allo stato mentale e sociale dei più giovani, che hanno sperimentato fattori di stress come la malattia e la morte nella famiglia e nella comunità, cambiamenti nelle abitudini lavorative dei genitori, interruzioni nella vita scolastica, diminuzione dell’interazione sociale e maggiore paura e incertezza. I fattori in questione, secondo lo studio più recedente, “possono aumentare i sintomi di disattenzione, impulsività e iperattività”, ovvero quelli tipici dell’ADHD.
I sintomi dell’ADHD e come avviene la diagnosi nel bambino
È per questo motivo che l’appello ai genitori è di monitorare i sintomi in questione per effettuare prontamente una eventuale diagnosi e comprendere come gestire al meglio la situazione. Per essere confermata la presenza della condizione, il bambino deve presentare almeno sei sintomi di disattenzione o di iperattività-impulsività per almeno sei mesi. I comportamenti devono essere abbastanza gravi da risultare “disadattivi e incoerenti con il livello di sviluppo” o avere un impatto negativo sulle attività sociali, accademiche e professionali.
I campanelli d’allarme più comuni che manifestano disattenzione includono la difficoltà a mantenere l’attenzione durante i compiti o il gioco, il non seguire le istruzioni, il perdere spesso gli oggetti necessari per un’attività o un compito (come una matita per i compiti) o essere smemorati nelle attività quotidiane. Esempi di iperattività includono agitarsi con le mani o i piedi, lasciare il proprio posto in classe o in situazioni in cui ci si aspetta che rimangano seduti o avere difficoltà a giocare tranquillamente. Esempi di impulsività includono la difficoltà ad aspettare il loro turno o spesso a interrompere gli altri.